Un sogno ad occhi aperti. È ciò che in queste ore sta vivendo Parigi, assorta in estatica contemplazione delle passerelle della Haute Couture.
Eleganza, fascino, maestosità. Ma soprattutto sorpresa, emozione, incanto. Questo è il fine dell’alta moda: entrare nella storia, essere per sempre. Creatività, artigianalità e tradizione si fondono ogni anno in combinazioni sempre più sorprendenti incantando e seducendo tutte le donne del mondo.
La clientela si fa più esclusiva, ma anche più globale. Non è un caso che Georges Hobeika, il primo designer arabo a sfilare per la Paris Couture Week, abbia conquistato tutti con la ricchezza dei suoi capi, i colori sgargianti e le silhouettes perfette.
Un colpo di scena arriva anche da Dior, che presenta una collezione dai toni surrealisti ispirata a Leonor Fini, pittrice argentina che con le sue opere audaci, al limite dello scandaloso, negli anni Trenta aveva catturato proprio l’attenzione di Christian Dior.
La terza collezione di Maria Grazia Chiuri, lontana ormai dallo stile fiabesco e principesco dell’anno scorso, propone linee più semplici, declinate secondo i colori del bianco e del nero.
Lo show si è tenuto presso il Musée Rodin di Parigi, una location tanto suggestiva quanto eloquente; e sullo sfondo non potevano mancare installazioni ritraenti orecchie, nasi e busti: in perfetta linea con lo spirito di Dalì e De Chirico.
di Francesca Trivella