Floreale? Per la primavera? Avanguardia pura! Disse l’iconica Miranda Priestly, interpretata da Meryl Streep, in una delle scene del film Il Diavolo Veste Prada che hanno cambiato per sempre il mondo della moda e la sua percezione. Ma proprio la moda continua a mettercela tutta per sdoganare questo pregiudizio nei confronti di quel decoro, stampa, applicazione o dettaglio che il fiore può rappresentare nella stagione della fioritura.
A ironizzare sulla famosissima citazione è stato Olivier Rousteing sul suo profilo Instagram. Il direttore creativo di Balmain nonostante il furto subito poche settimane prima la data della sua sfilata Primavera/Estate 2024, ha preso esempio dai fiori della sua collezione, rifiorendo più forte dopo lo spiacevole accaduto e portando comunque in passerella la collezione.
Cenni di storia della moda floreale
Il modo in cui i designer affrontano quest’ardua sfida è quello di sublimare il simbolo del fiore, con tecniche avanguardistiche o ripescando le interpretazioni dei loro predecessori. Per alcuni è più semplice, per altri più ostico, ma negli anni hanno preso vita in passerella vere e proprie opere d’arte da portare addosso, e quelle più recenti non sono da meno.
Vita facile per gli stilisti che si sono susseguiti nella maison Christian Dior, grazie all’amore smisurato che il couturier aveva per i fiori e dedicandogli collezioni come quelle denominate Corolle del 1947, Tulipe (1953) Muguet (1954), dove le donne del New Look somigliavano a splendidi fiori grazie alla linea che rimpiccioliva le spalle, stringeva la vita e si allargava come petali sulle gambe. Nel tempo i fiori sono diventati forti simboli in cui riconoscersi per le griffe: la Camelia per Chanel, la stampa Flora di Gucci, più recentemente l’Anthurium per Loewe, le margherite di Marc Jacobs e il papavero di Kenzo, sfociando nel mondo delle fragranze dove per ovvi motivi i fiori sono protagonisti.
Rose rosse per te ha portato la moda
Ma c’è un fiore le cui origini antichissime e i cui significati multipli e contorti, come castità, morte e passione, hanno ispirato moltissime collezioni nella moda, tra cui le più recenti. La rosa per questa Spring Summer diventa indossabile in ogni forma d’arte, dipinta sugli abiti come per Alexander McQueen, David Koma, Kenzo e MSGM. In basso rilievo come nei ricami di Antonio Marras e in alto rilievo a rasentare il 3D per Giambattista Valli, Vivetta e Balmain, che oltrepassa lo spazio con dei rami argento su cui sbocciano le rose rosse, un’opera d’arte che sembra appartenere al Futurismo! La romantica Simone Rocha invece le incasella in abiti in tulle come a proteggerne la delicatezza e rendendole immortali.
Anche i social ci hanno dato parecchi spunti su come scegliere i look floreali, grazie alle influencer Leonie Hanne e Katie Giorgadze, nota come katieone, che hanno supportato brand emergenti come J’amemme, marchio ucraino che si definisce di couture indossabile e che ha catturato l’attenzione con il suo abito Camelia. Viste su Hailey Bieber, Elsa Hosk, Dakota Johnson e Natalie Portman, le rose tessute dalla designer polacca Magda Butrym, che ha conquistato il jet-set mondiale con i suoi abiti second skin drappeggiati. Per fiori alla portata di tutti!