Nascere sui campi di battaglia e vivere sulle passerelle. Scaldare i militari e poi vestire le fashion victim. La storia del trench, il cappotto pensato per le trincee di guerra è intricata e appassionante come quella di un romanzo. I suoi protagonisti? Gabardina di cotone, maniche raglan, doppio petto e lunghezze oltre il ginocchio. Elementi portati alla perfezione da tanti stilisti, primo tra tutti Burberry, il marchio che lo ha reso famoso. E che lo ha inventato, nel 1901.
Amato dalle dive anni ’30, come Bette Davis e Sylvia Sidney, il trench coat è diventato must have per il proprio look. Il classico trench è quello che abbraccia la gamma del tortora, che va dal beige fino al bianco. È un capo adatto a tutte, sta bene alle più magre ma avvolge dolcemente anche le rotondità delle più curvy, grazie alla cintura che si annoda in vita e crea o enfatizza il punto vita, mimetizzando il fianco pronunciato.
Quest’anno più che mai il trench è un must have, ovviamente rivisitato in chiave 2013. Si indossa rigorosamente colorato o con nuance metallizzate, come ci insegnano Burberry e Blumarine, che in passerella presentano proposte dai colori forte e soprattutto cangianti: rosso, giallo, azzurro, fucsia, verde. Non mancano poi le versioni in pelle o quelle in pizzo, e neppure quelle trasparenti. È il caso di Valentino, che presenta un modello che lascia vedere i vestiti che stanno sotto il trench.
Marc Jacobos abbandona il classico volume optando per qualcosa di più ampio e corto, ma sempre colorato, sgargiante, vivace. Come Christian Dior, che propone un nuovo design del capospalla, con gonna che si apre a campana e che si fa leggermente più corta, e Krizia, che opta per maniche scampanate.
Il trench di Trussardi si trasforma in un vero e proprio capo rock, con pelle blu elettrico, mentre Celine osa con l’oro e l’argento.
Niente di sobrio, dunque, ma altamente d’effetto, perché i colori dei trench primaverili non sono mai stati così accesi come quest’anno. D’altra parte in questa stagione i trench colorati si indossano rigorosamente a gambe nude e come se fossero dei vestitini.
(di Martina Ferraro)