Fu l’iconica direttrice di Harper’s Bazaar e Vogue America, Diana Vreeland a porre per la prima volta questa domanda. Quanto ne sapremmo di storia della moda se Omero non avesse descritto quel pezzo rettangolare di lana o lino che avvolgeva le donne di Atene. Se Carlo Goldoni non avesse descritto minuziosamente i suoi personaggi e se Giuseppe Parini non avesse descritto lo stile di vita del giovin signore settecentesco. Ed esisterebbe il termine dandy se non fosse stato per l’abbigliamento di Oscar Wilde?
La moda raccontata
Sin dalle preistoriche pitture rupestri l’uomo vuole raccontare e raccontarsi. Saranno quelle pelli a diventare parte ed estensione di lui ed importanti testimonianze di ciò che è stato, senza sforzo. Come Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione (XVI secolo), quell’uomo di corte che godeva di una certa sprezzatura nel suo comportamento aggraziato, una preziosa arte nascosta da dover rimanere tale. La stessa che ricorda Giacomo Leopardi nel suo Zibaldone e Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo, dove racconta la Sicilia e gli sprezzanti siciliani. In quest’ultima opera letteraria citata, la descrizione dell’abbigliamento spiegò al meglio il divario tra l’aristocrazia e la borghesia appena nata. E come nei racconti di molti autori, la moda li ha aiutati a trasmettere un messaggio, il loro stesso abbigliamento descrisse al meglio stile e pensiero dei suddetti.
Gli scrittori influencer
Su questo argomento ha scritto un libro Terry Newman, dal titolo Legendary Authors and the Clothes They Wore (Harper Design Editore, 2017). Il libro si presenta come una raccolta di abiti e abitudini di famosi scrittori che hanno dettato tendenza negli anni. Svelando persino curiosità fashion su alcuni, come l’acquisto di Gertrude Stein di un cappotto Hermès dopo i guadagni del suo primo best-seller. Consacrando come pioniera della moda transgender la scrittrice Aurore Dupin, aka George Sand, che si firmava e vestiva da uomo per scrivere in libertà. Un’emancipazione celata anche tra le righe del testo che descrive il nuovo taglio di capelli della meno conosciuta Sibilla Aleramo, scrittrice femminista italiana. Contemporanea a Virginia Woolf, icona dello stile geek chic, insieme racchiudono quella tendenza garçonne che ogni stagione gli stilisti ripropongono in nuove chiavi.
La letteratura di moda ai giorni nostri
È con l’arrivo del Novecento e della modernità che al vestito occorre un vero e proprio manifesto. Sarà la corrente artistico-letteraria del Futurismo a riconoscere all’abbigliamento il dinamismo necessario per adattarsi ai tempi che cambiano. Fu così che il testo diede voce alla moda e viceversa. Il vestito antineutrale e la Ricostruzione futurista dell’universo, del 1915, scritti da Giacomo Balla e Fortunato Depero, rivelarono le loro sorprendenti intuizioni, utili per i designer di ogni tempo. Sarà poi il cinema a dettare in maniera più estesa le tendenze, ma alle spalle di film iconici ci sono altrettanti romanzi. Come ad esempio On the road di Jack Kerouac (libro del 1951, film del 2012), che incarna lo stile della beat generation americana. E come dimenticare Colazione da Tiffany di Truman Capote (libro del 1958, film del 1961) e l’iconico little black dress.
Oggi tutte le librerie dedicano uno spazio alla Moda, con biografie di grandi stilisti, raccolte fotografiche dei grandi nomi della fotografia o delle passerelle. E se “leggere una collezione di moda può essere come leggere un libro: una miniera d’oro di referenze, influenze, ricerca e creatività”, come afferma Terry Newman, non mi resta che augurarvi buona lettura!
di Pamela Romano