Designer di origine italo-brasiliana, Paula Cademartori è la fondatrice dell’eponimo marchio di borse deluxe che negli ultimi anni sta riscuotendo un incredibile successo.
Paula ha condotto gli studi di Industrial Design in Brasile per poi, nel 2005, trasferirsi a Milano per seguire il Master in Fashion Accessories all’Istituto Marangoni e successivamente ottenere il certificato come Young Fashion Manager all’Università Sda Bocconi.
Dopo una collaborazione nell’ufficio stile accessori di Versace, nel 2009 Paula partecipa al concorso Vogue talents, ottenendo l’inserimento nella lista dei 140 emerging talents di Vogue Italia. L’anno successivo la designer fonda il proprio brand di borse haute de gamme Paula Cademartori che fa del Made in Italy il suo principale punto di forza.
Ogni pezzo della collezione ha bisogno di trentadue ore per essere realizzato e il buckle, la fibbia metallica progettata direttamente dalla Stilista, è diventato il marchio di fabbrica del brand.
La Designer non si è però limitata alle borse. Infatti, al fine di rendere il marchio espressione di lifestyle a tutto tondo, la Cademartori ha ampliato la gamma di prodotti introducendo nuove categorie merceologiche, raggiungendo così nuovi mercati e potenziali clienti.
Per la stagione calda il brand si ispira alle onde del mare e alle cromie vivaci di creature esotiche. Tanti modelli innovativi tra cui si distinguono principalmente handbag con patte ricamate a mano e fibbie in chiusura dal pattern tartarugato, tracolle color block e magnifiche clutch.
Un’estate ricca di forme e dettagli inediti, che vede il consolidamento della collezione di calzature e svela nuove proposte per le ormai iconiche linee Heritage, Radical e Les Minaudières.
Tra le it-bag del brand merita una mansione speciale la Caroline della collezione Heritage: borsa a spalla in ayers e vitello con dettagli di frange in camoscio e fibbia in metallo lucido argentato. Mentre il motivo floreale del sandalo Ninfea in capretto multicolor ha già conquistato molte star che lo indossano per non passare inosservate.
di Flavia Patanè