Tra le architetture moderniste progettate da John Lautner le donne immaginate da Nicolas Ghesquière hanno sfilato lungo il bordo della piscina indossando lunghi abiti, castigati e rigorosi.
Severi nel taglio, ma decorati da cinghie in pelle, borchie in metallo e originali plastron, giocando con tessuti plissé, fantasie floreali o purissimi bianchi per un romanticismo rock e intenso. Ai piedi, vari modelli come i desert boots, le cosiddette ‘scarpe da deserto’, le stringate con suola platform e le infradito minimal.
Glamour ed esclusività nelle borse: dai backpack in tessuto monogramma alla ‘Petite Malle’ dai dettagli borchiati o dai disegni tropicali.
Un tuffo nel passato, nell’atmosfera hippy chic americana degli anni 70, con top e abiti in suede sovrapposti ad ampie camicie, make up totalmente nude, naturalezza nei capelli, al vento o sciolti mossi, e grafismi sul viso.
Gran finale con un affascinante effetto gotico su abiti in pelle, arricchiti da intarsi, simbolo della maison.
Una suggestiva location, quella scelta, che ha accolto gli ospiti su sedute in plexi, specchio e legno per assistere alla parata di 51 look rappresentanti la futura estetica femminile.
Lo stilista francese ha portato in scena classe ed eleganza, contrapponendo la rigidezza alla delicatezza delle forme.
Un’impronta rivoluzionante quella del designer del gruppo LVMH di Bernard Arnault che conferisce al colosso del lusso un’allure raffinata ed essenziale per un nuovo concetto di moda e femminilità.
Abbandonata l’era sfarzosa e plateale del suo predecessore, Nicolas Guesquière conquista l’iconico mondo Vuitton con una visione avanguardista, semplice e sensualmente francese.
di Anna Rita Russo