Anche quest’anno Pitti Immagine Uomo è stata scelta come piattaforma per celebrare i vincitori dell’International Woolmark Prize, il premio che annualmente The Woolmark Company conferisce agli stilisti emergenti che dimostrano di sapere utilizzare in maniera innovativa ed eco-sostenibile la lana Merino australiana.
A trionfare nella sezione menswear è stato Matthew Miller, stilista inglese le cui creazioni hanno stupito per l’esplosione di strati e funzionalità. Il tutto frutto di trattamenti innovativi che hanno reso i capi impermeabili all’acqua e regalato alle forme una tridimensionalità a tratti monumentale.
La giuria stellata – un ensamble formato da Amber Valletta, Elizabeth Von Guttman, Emanuele Farneti, Julie Davies, Livia Firth, Liya Kebede, Miroslava Duma, Nonita Kalra, Phillip Lim, Riccardo Vannetti, Sarah Mower e Stuart McCullough – ha poi decretato Bodice e la sua designer, l’indiana Ruchika Sachdeva, vincitore per la categoria womenswear.
Anche in questo caso, tecnologia, artigianalità e lotta allo spreco sono state protagoniste della collezione. Ispirata da una nonna che ridava vita ai vecchi saris trasformandoli in trapunte, la Sachdeva ha realizzato capi “olistici”, in cui ogni parte riduce al minimo gli sprechi e dove colori e materiali ben si sposano ad una filosofia di sostenibilità, derivando da tinte naturali (e con proprietà ayurvediche) i primi e provenendo da rimasugli naturali quali conchiglie, legno e noci di cocco i secondi.
La prima edizione del premio Innovation Award se l’è invece aggiudicata DYNE, disegnato dallo stilista americano Christopher Bevans. Torna anche in questa collezione la lana Merino impermeabile, concetto portato all’estremo nei capi dai richiami sportswear-futuristico e ispirati agli indumenti da snowboard degli anni ’80. Fiore all’occhiello della collezione, gli NFC chip inseriti nelle giacche, in grado di segnalare il proprietario in caso di valanghe.
Oltre agli AU$200,000 e alla possibilità di usufruire di importanti partnership commerciali, i vincitori hanno infine portato a casa una statuetta realizzata in Bakelite, materiale proveniente dal riciclo e dall’agglomerazione del materiale plastico altrimenti disperso lungo le coste oceaniche australiane. Un ulteriore e decisivo omaggio alla lotta per la salvaguardia dell’ambiente.
di Martina Faralli