Il genio creativo di Antonio Marras spalanca le porte del suo mondo fatto di sogni, creatività, quesiti e riflessioni attraverso Nonostante Marras, che durante la Milano Design Week 2017 mette in scena due sue grandi rassegne: Mi illumino d’immenso e Facciamo il punto. Nel suo Showroom, nel cuore di una della zona più vive durante la Settimana meneghina del Design, ovvero Tortona (Via Cola di Rienzo, 8), ospita l’installazione Mi illumino d’immenso.
Entrarvi significa lasciarsi alle spalle la realtà per accedere ad una nuova dimensione fatta di luce, tema del viaggio dello stilista, che reinterpreta la sua opera delle Orfanelle (2004) creando le Orfanelle di Marras: 80 angeli caduti e fate erranti che anelano un percorso tra cielo e terra, dove le loro stoffe, veli e grembiuli, creano una danza di luce in cui tutto va via via rimpicciolendosi, gonfiandosi, e resuscitando antichi spiriti che vivono le piccole gonne illuminate all’interno.
I Retros Illuminados invece, sono le opere dei fratelli Fernando e Humberto Campana in partnership con l’Institute of Research, Technology and Innovation (IPTI), che hanno il fine di salvaguardare e valorizzare l’artigianato, sempre più in via di estinzione (purtroppo). 35 lampade da telai da ricamo sospese nell’aria si affacciano sullo spazio, mostrando in un alone di luce i volti ricamati delle loro ricamatrici, donne provenienti dalle comunità delle favelas di Sergipe e Alagoas, al fine di sottolineare la libertà e la negazione degli stereotipi.
Infine, i Bandidos Illuminados, un vero e proprio lavoro a sei mani realizzato dai fratelli Campana e dallo stesso Antonio Marras. Come avrete potuto intuire dal titolo, si tratta di una riproduzione dei volti dei fuorilegge più noti al mondo, da Al Capone a Pablo Escobar, da Caligola a Butch Cassidy e Sundance Kid, fino ai leggendari banditi sardi, tutti ricamati su stoffe retroilluminate di cui gli interventi sartoriali sono dello stesso stilista.
Inoltre, una vera e propria chicca di questo spazio, da non perdere assolutamente, è il ristorante. Sopra le nostre teste si erge infatti una distesa di piante e una pioggia di fiori colorati da cui pendono delle bolle di sapone in vetro “galleggianti”: un vero giardino, letteralmente sottosopra!
Il negozio è invece un palcoscenico in cui l’enigma è il “punto”: dal concetto matematico di entità adimensionale, a quello filosofico di inizio o di fine. Facciamo il punto è infatti l’ironico titolo di una riflessione sul concetto di punto e delle sue sfaccettature, che nasce anche da un primo approccio di Antonio Marras all’arte, ricordando come le famose tele dell’artista Lucio Fontana seppero magnificamente catturare l’attenzione di quel giovane studente, ai tempi un po’ distratto.
In mostra, dunque, un’esposizione di opere, disegni, oggetti, progetti, carte da parati, tazze e profumi che hanno come filo conduttore il punto, declinato in ogni lavoro in maniera sempre differente; è possibile ammirare gli oggetti creati dallo stesso Marras e da Tonino Serra, Istituto Campana, Stephan Hamel, Claudia Losi, Cesare Fullone e tanti altri.
di Chiara Pagliari