Classe ’31 e una verve che rimarrà inimitabile nel mondo della moda e dei suoi addetti al settore. Ci lascia a 81 anni Anna Piaggi, giornalista di moda, una delle voci e penne più importanti di tutto il fashion system internazionale.
Riduttivo descriverla, impossibile metterla nero su bianco, Lei che del colore è l’emblema e che la moda l’ha vissuta e vestita tutta, a volte anche tutta insieme.
Anna nasce a Milano, nel 1931 e inizia la sua carriera come traduttrice presso la casa editrice Mondadori. Avantgardista pura, diventa giornalista di moda quando questo mestiere è ancora agli albori, un semplice tema come un altro su cui scrivere, di cui fare un report.
Non per Lei, non con Lei.
Diventa Fashion Editor, ruolo a quei tempi sconosciuto, di Arianna, il primo periodico femminile in assoluto.
Moderna, irriverente, una fuoriclasse nell’estro e nel pensiero, si sposa con Alfa Castaldi, uno dei fotografi italiani di punta, e con la collega, Anna Riva, s’inventa letteralmente un mestiere, la redattrice di moda.
Un decennio dopo è a Vogue; nei primi anni ’80 le affidano il progetto di Vanity Fair e nel ’88 inaugura le “Doppie Pagine” su Vogue Italia.
Seguono collaborazioni per Panorama e L’Espresso.
Gusto provocatorio, originalità carismatica e travolgente, emblema del too much senza riserva, fu ispirazione per il grande Karl Lagerfield che nel 1986 le dedicò il volume “Anna Chronique”. Con lei se ne va un mondo che non esiste più, un’epoca, uno stile destinato a non trovar replica.
Lei che faceva da ponte e da memoria storica tra i designer e i suoi successori, Lei che utilizzò il vintage prima ancora che venisse coniato il termine. Lei che, follia apparente e genialità incontrastata e incontrovertibile, ha contribuito a far girare gli ingranaggi del sistema moda e a rendere grande il Made in Italy in tutto il mondo. Lei che che da sempre ha insegnato a tutti che la serietà non viaggia sull’apparente sarcastico ed egocentrico uso di cappellini e velette iperbolizzati in un’esplosione di colori, ma attraverso la consapevolezza e la preparazione di un mestiere che non è un lavoro, ma la passione di una vita.
La moda è dentro di Lei e Lei aveva la fortuna di essere trasparente.
Ciao Anna!
(di Federica Piacenza)