In una Parigi dall’aria già bollente per l’estate in esplosione, l’Alta Moda si appresta ad infiammare gli animi ancor di più e a far sognare le menti con le creazioni più preziose degli stilisti di tutto il mondo. Dal 30 giugno al 4 luglio e con ben 36 sfilate in programma va in scena l’Haute Couture Autunno Inverno 2019-2020.
Parigi Haute Couture 2019-2020: assenti illustri e grandi esordi
Basta aprire il calendario delle sfilate parigine per notare un’assenza illustre: quella di Balmain Couture, brand guidato da Olivier Rousteing che a gennaio era ritornato all’Alta Moda proprio nella Ville Lumière dopo ben 17 anni.
A controbilanciare il vuoto ci pensano due esordi già chiacchieratissimi alla guida di una coppia di Maison che ha fatto la storia dell’Alta Moda. Lunedì 1 luglio toccherà infatti a Daniel Roseberry esordire come nuovo Direttore Creativo di Schiaparelli. Dopo un passato con la ben più compassata Thom Browne, Roseberry ha annunciato di voler improntare verso l’avanguardia il suo percorso con la griffe di Place Vendôme.
Martedì 2 luglio sarà invece il turno di Virginie Viard al debutto nell’Haute Couture di Chanel. Se la pupilla di Karl Lagerfeld aveva già dato prova del proprio estro improntato alla vestibilità con la Cruise Collection di maggio, i critici attendono il banco di prova dell’Alta Moda per sbilanciarsi sull’erede di Kaiser Karl.
Sfilate e riconoscimenti…BIG
Haute Couture fa da sempre rima con nomi leggendari, e anche per questa stagione le passerelle parigine saranno affollate dalle Maison riconosciute come colonne portanti dell’intero universo moda. Tale riconoscimento acquista in questa edizione una forma ancora più sostanziale: quella del titolo di Cavaliere della Légion d’Honneur, che verrà conferito a Maria Grazia Chiuri lunedì 1 luglio. E quale miglior modo per festeggiare una tale onorificenza se non con una sfilata? La Chiuri porterà infatti in scena l’Alta Moda femminile di Christian Dior proprio nella stessa giornata. The show must go on, letteralmente.
Martedì 2 luglio sarà invece la volta di Giorgio Armani Privè, fresco del debutto della sua nuova fragranza Orangerie Venise, e di Givenchy, che già aveva fatto chiacchierare Firenze durante lo scorso Pitti Uomo 96 grazie ad una collezione uomo ispirata a Charles Baudelaire. La giornata di mercoledì 3 luglio sarà poi delle più dense. Maison Margiela aprirà le danze all’Ambasciata britannica di Parigi e presenterà una collezione in collaborazione con l’agenzia di comunicazione votata allo sviluppo sostenibile EcoAge. L’highlight da non perdere: il green carpet, in pieno stile eco-friendly.
Nel pomeriggio si susseguiranno Elie Saab, Zuhair Murad e Jean Paul Gaultier, quest’ultimo fresco della presentazione del suo Fashion Freak Show, lo spettacolo di cui lo stilista è autore e regista e che andrà in scena a Spoleto dal 4 al 7 luglio. A chiudere con un colpo da maestro ci penserà invece Valentino, che farà seguire la sua sfilata dal gran ballo Born in Rome Ball, un evento che si preannuncia strabiliante e che avrà luogo presso l’Ambasciata italiana.
Eventi controtendenza, a Parigi e non
La voglia di rompere gli schemi è tanta in casa Giambattista Valli. Dopo la partnership low cost con H&M, il designer ha deciso che a Parigi non sfilerà. Al posto della passerella, i suoi abiti vedranno i riflettori di un’esibizione vera e propria, un viaggio nella mente dell’artigiano haute couture da esperire nelle sale dell’hotel Shangri-La.
Sempre in tema di rinuncia alla sfilata, ma non al buzz che ne deriva, Azzedine Alaïa presenterà nella omonima Gallerie Azzedine Alaïa la mostra “Azzedine Alaïa: Une autre pensée sur la mode – La collection Tati”, la quale ripercorre la grandiosità e l’estro inusitato della collezione ispirata alla cittadina franco-tunisina Tati.
A concludere in bellezza sarà una Maison che teletrasporterà tutta Parigi a Roma per una notte: Fendi, che giovedì 4 luglio omaggerà l’intramontabile Karl Lagerfeld con una mastodontica sfilata sul Palatino. Il titolo? “Dawn of Romanity’, l’alba della romanità. Perché l’Haute Couture di Parigi ha un fascino intramontabile, ma sono le radici che non si dimenticano mai.
di Martina Faralli