Ogni indumento ha una storia da raccontare, e se ne avesse anche più di una? Questo non è altro che il principio cardine dell’abbigliamento vintage o pre-owned. C’è chi disprezza pensare che un capo possa essere appartenuto a qualcun altro e chi è completamente affascinato dal mistero di ciò che può aver rappresentato per chi lo ha precedentemente posseduto. Gli abiti sono esattamente come quei libri diventati best seller che nessuno dimenticherà in fondo alla libreria, e che come le mode tornano in auge dopo un ciclo di vent’anni, i libri vengono a loro volta ristampati in nuova edizione.
The Narratives II by Valentino
A dare il giusto valore e la giusta collocazione ai libri ci pensa Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, con il suo progetto The Narratives, che, giunto al secondo capitolo, sostituisce gli abiti con le parole in una campagna pubblicitaria. Un progetto che coinvolge grandi nomi come Alok Vaid-Menon, Amia Srinivasan, André Aciman, Andrew Sean Greer, Brit Bennett, Douglas Coupland, Elizabeth Acevedo, Emily Ratajkowski, Fatima Farheen Mirza, Hanif Kureishi, Leila Slimani, Michael Cunningham, Mieko Kawakami, Murathan Mungan.
Le loro parole stampate su un arcobaleno di colori come in rappresentanza dei diritti della comunità LGBTQ+, tematica molto cara agli scrittori citati. È però un solo colore quello che la mente ci riconduce oggi alla maison Valentino, ed è la nuova tonalità di rosa creata con Pantone, che tinge un’inedita box che può fare da scrigno ai libri di cui si è più gelosi. Firmata insieme alla casa editrice Penguin Random House, il tutto vede anche la collaborazione con il Belletrist Bookclub, fondato nel 2017 dall’attrice Emma Roberts e Karah Preiss, per sostenere le librerie indipendenti negli USA.
Le librerie effimere di Louis Vuitton
Molto legata alla letteratura dai tempi degli eredi dei suoi fondatori è la maison Louis Vuitton. Con le sue serie denominate Louis Vuitton Travel Books, Fashion Eyes, City Guides, la Maison nata da un legame indissolubile con il viaggio, è approdata a Capri e Venezia ristrutturando le sue storiche edicole in occasione della Biennale. Il progetto dal nome La librairie éphémère ha ridato luce a quelle edicole sparse nelle città, fulcro di storie e chiacchiere tra vicini di quartiere, dandogli i colori della palette cromatica che caratterizza le raccolte Louis Vuitton.
Fortunatamente sono ben lontani i tempi in cui ci si doveva firmare con un altro nome pur di far pubblicare i propri libri, come fece Aurore Dupin con lo pseudonimo George Sand agli inizi dell’800. Ed è così che moda e letteratura ci spingono a dimostrare sempre ciò che siamo.