Il loro è un mondo colorato, trendy, eclettico, che attrae a primo sguardo, conquistando le vette dell’universo tendenze. Elena Faccio e Francesca Richiardi, fondatrici del brand Acchitto, svelano a Gilt i retroscena del marchio di fashion jewelry che ha stravolto i codici del gioiello tradizionale
Giovani, talentuose e sostenitrici di una sofisticatezza fuori dalle regole. Le designer romane Elena Faccio e Francesca Richiardi si raccontano a Gilt trasportandoci nell’unicità di Acchitto, l’emergente brand di fashion jewelry che in vesti vezzose, “a tratti smorfiose”, ha conquistato i vertici della tendenza. Collaboratrici ma prima di tutto amiche, con alle spalle un bagaglio di vita importante acquisito nell’ufficio stile di Fendi, nel 2018 si spingono oltre, donando anima ad Acchitto. Opulento, eclettico, persino intercambiabile e ben lontano da qualsiasi connotazione di genere, età o cultura, il gioiello Acchitto è progettato per lasciare un segno, donando a chi lo indossa la libertà di potersi esprimere senza imposizioni. Il risultato è uno stile lussuoso, trendy, adornato da materiali ricchi e colori luminosi, preso in prestito dall’intramontabile estetica vintage e che diviene l’outsider di una nuova visione del gioiello che, con Acchitto, assume le nuove vesti di “arte indossabile”.
Come ha avuto origine il nome “Acchitto”?
La scelta del nome non è casuale: Acchitto indica un vestirsi con particolare ricercatezza, un agghindarsi vezzoso, a tratti smorfioso, nel senso positivo del termine. È un termine camaleontico: “di primo acchito”, ovvero “al primo colpo”, “a prima vista”, qualcosa che non passa inosservato ma viene subito notato. La parola in sé deriva dal francese “acquitter”, da cui si è evoluta la parola “liberare”: nel nostro caso la libertà creativa, di pensiero dell’individuo, che va oltre regole e preconcetti. Nel gergo del biliardo, invece, indica la posizione della palla all’inizio del gioco, la mossa decisiva con cui un giocatore “si acchitta” per vincere la partita. Tutti questi significati sono racchiusi in Acchitto: perché il gioiello stesso è un acchitto, una decorazione leziosa di cui ci si accorge subito, un modo di essere liberatorio per l’individuo, una prima mossa per costruire qualcosa a 360°.
Entrambe con un passato all’interno dell’ufficio stile di Fendi. Quanto, questa esperienza, ha influito sulla vostra professionalità e personalità?
Ogni esperienza professionale che abbiamo avuto ci ha aiutato a costruire quello che siamo oggi. Grazie a Fendi abbiamo lavorato con professionisti e icone come Karl Lagerfeld, e questo è sicuramente qualcosa che tutti nel settore dovrebbero provare almeno una volta; è una buona scuola per imparare a crescere nel sistema della moda. Ci ha dato un forte metodo di lavoro e di pensiero. Lì abbiamo scoperto di avere una buona intesa lavorativa, una visione e un gusto che ci accomuna molto, e nel marzo del 2018 abbiamo deciso di fondare il nostro brand. Acchitto, per noi, nasce dall’esigenza di avere gioielli RTW unici, di forte impatto e curati nei minimi dettagli.
Cosa vi ha spinto ad andare oltre, realizzando un marchio tutto vostro?
Dopo l’esperienza in Fendi, abbiamo sentito che era il momento giusto per cambiare e abbiamo cominciato a pensare: “chi siamo oggi?”. Quando abbiamo iniziato a lavorare sul nostro brand, volevamo fare qualcosa che rappresentasse la nostra evoluzione e il nostro concetto di modernità. Acchitto è nostro al 100% e noi al 100%. Il nostro percorso è iniziato con l’abbigliamento, anche se entrambe abbiamo sempre avuto un’attenzione speciale per i gioielli vintage, che ci è stata trasmessa dalle nostre famiglie. Siamo partite da lì. Volevamo creare un prodotto che lasciasse un segno riconoscibile. Entrambe avevamo la sensazione che qualcosa mancasse sul mercato: un prodotto ricercato, figlio di un’estetica nuova che si fondesse con l’accessorio moda. Tutto il percorso può sembrare un grande cambiamento rispetto al nostro punto di partenza ma, in realtà, è stato molto spontaneo. Confrontandoci con il mondo della gioielleria, abbiamo dovuto affrontare tante sfide per noi nuove, che pian piano siamo riuscite a superare, e la soddisfazione più grande è quella di veder realizzate le nostre idee.
In cosa siete diversa e in cosa vi assomigliate?
La cosa che funziona nel nostro duo è proprio la diversità. Rispettiamo molto le idee dell’una e dell’altra e siamo molto flessibili sui reciproci pensieri; ci siamo bilanciate molto bene! Nella collezione una persona esterna può distinguere perfettamente dov’è Elena e dov’è Francesca, ma per noi è quasi impossibile perché lo vediamo come risultato unico e ci fidiamo l’una dell’altra. Entrambe ci occupiamo di ogni parte del business: dal prodotto allo styling delle campagne. Non ci sono decisioni prese se non approvate da entrambe. Siamo collaboratrici ma prima di tutto siamo amiche e ci divertiamo a lavorare insieme.
Se doveste descrivere il brand in tre parole?
Sofisticato, eclettico, trendy.
I Mori sono tra i protagonisti della collezione. Cosa vi ha spinto a incentrarla su di loro e quale significato assumono per voi?
I Mori rappresentano una parte importante della collezione ma non tutta. Si ispirano ai Mori siciliani e veneziani ma racchiudono molto di più: sono caratterizzati da simboli provenienti da tutto il mondo, come Africa, Malesia, Italia, Asia, ecc. proprio per celebrare ogni etnia, ogni vita, ogni genere e fluidità di genere senza fare la differenza. È per questo che abbiamo lanciato l’hashtag #SPREADLOVE. In più, essendo dotati di un meccanismo brevettato di intercambiabilità, possono diventare gioielli personalizzati a seconda del gusto del cliente. Ma Acchitto è molto altro, e lo si vede soprattutto in come si sono sviluppate le ultime collezioni, dove c’è un occhio molto più attento all’aspetto commerciale, alle tendenze. Un aspetto importante è quello romantico, in cui il cuore è il simbolo principale. Un altro, è quello del messaggio nascosto nella linea Aperio. Un’altra parte della collezione, invece, è quella più geometrica d’impatto. Abbiamo cercato di coprire il mercato a 360°.
I vostri gioielli sono pensati per adattarsi allo stile di ogni individuo. Cosa rappresenta per voi il concetto di diversità?
L’essenza della bellezza è unita nella varietà. Questo è il nostro concetto di partenza e il nostro valore più importante, che condensa nel prodotto l’universalità di genere, età e cultura. I gioielli Acchitto non si rivolgono necessariamente a una figura in particolare, ma a chiunque voglia indossarli. Stiamo cercando di suggerire una nuova categoria di jewerly wear, un nuovo codice per indossare il gioiello in modo immediato e che si adatti allo stile di ognuno, si plasmi su chi lo indossa e che sia portabile in ogni occasione. Crediamo nella versatilità, e questa è stata l’idea di Acchitto sin dal primo giorno. Ci piace vedere i nostri clienti portare i pezzi fuori contesto e non solo come qualcosa da indossare per un’occasione specifica.
Come vi state relazionando con questo particolare momento storico?
Anche se l’anno che stiamo affrontando non è semplice, per noi è stato, in realtà, molto più producente e di crescita di quello precedente. Abbiamo ampliato la nostra rete vendita (anche se in questo momento non tutti i grandi retailers sono disposti a dare spazio a marchi emergenti con poche stagioni alle spalle e preferiscono osservare lo sviluppo delle prossime collezioni). Abbiamo notato, infatti, che nonostante i negozi italiani ed esteri non siano stati in condizioni stabili dovute alle continue chiusure e riaperture a causa dell’evoluzione del virus, molte boutiques sono alla ricerca di nuovi prodotti da proporre ai clienti e hanno deciso di investire su di noi. C’è una grande voglia di novità e di rinascita.
Al tempo stesso, ci siamo rese conto della grande importanza di avere un e-commerce ben strutturato per gli acquisti online, perché è il mezzo più immediato e che non ha limiti d’acquisto e visibilità. Sicuramente, rispetto alle collezioni passate, abbiamo un occhio molto più attento all’aspetto commerciale, a cosa vende e cosa no, anche per presentare ai nostri custumer un prodotto che rispecchi la condizione attuale: non vogliamo lanciare prodotti eccessivamente dispendiosi. Naturalmente, dobbiamo sempre tenere conto dei nostri costi di produzione e del markup commerciale, due fattori fissi che incidono sempre sui prezzi, ma a livello produttivo stiamo cercando di creare dei pezzi che possano essere più usufruibili, pur sempre mantenendo un appeal commerciale e trendy al pubblico, e soprattutto rispettando quelli che sono i nostri tratti distintivi e la nostra identity.
Progetti per il futuro?
Consolidare il brand, al momento, è il nostro obiettivo primario, e collaborazioni con altri designer o retailers sarebbero l’opportunità perfetta per confrontarci con realtà diverse dalla nostra, crescere professionalmente, imparare e arricchirci. Abbiamo dei progetti che stiamo portando avanti e che stiamo sviluppando, ma naturalmente siamo aperte anche a nuove proposte.
Un ringraziamento speciale a Elena e Francesca, con l’augurio di un futuro prosperoso, ricco di traguardi e grandi successi.
di Eleonora Formicola