La rapper e produttrice Claudia Judith Nahum, in arte Baby K, si racconta presentando il nuovo album, che vede collaborare una moltitudine di artisti: da Boomdabash a Gigi D’Alessio, Omar Montes, Chiara Ferragni e Tedua, Samurai Jay, Boro Boro, Giaime, Enzo Dong e Lele Blade. L’artista ci racconta di come la sua maturazione artistica coincida con la totale presa in mano delle redini della sua musica.
Perché questo titolo?
È una riflessione del mio percorso e di cos’ha significato per me questo viaggio. Io parto da un percorso di autoproduzione e nasco come una ragazza senza grandi ambizioni, volevo semplicemente diventare la versione migliore di me stessa. Questo mi ha portata a lavorare duro e a fidarmi del viaggio. Dal punto di vista creativo e artistico ho iniziato a curare tutto io: dalle grafiche al montaggio dei video, alle idee. Ho creato un mio team di autori e vorrei che le persone fossero più consapevoli di quanto lavoro ci sia dietro alla produzione di un disco, ma oltre a questo, del fatto che è tutto frutto delle mie decisioni.
Tutti i brani sono scritti in collaborazione con te, quanto è importante avere la possibilità di scrivere i propri brani?
Ci tengo molto che si sappia. Per me è molto importante curare creativamente i miei pezzi: dalle melodie ai versi. Tradizionalmente il rap gioca molto sul testo, e io, essendomi formata come tale, ho sempre messo la parte testuale davanti alla parte musicale, ma negli ultimi anni ho voluto concentrarmi più sui versi, sulla musica. A volte scrivo i miei testi da sola, in altri collaboro. Per me il potere della collaborazione è lavorare con qualcuno che vede qualcosa in te e te lo tira fuori.
Hai dichiarato che sei sempre stata una bambina molto riflessiva, che si isolava per esprimere a pieno la sua vena artistica. Cosa diresti alla Claudia di ieri che scriveva canzoni in cameretta?
Fin da piccola sono sempre stata molto sensibile, ora a quella Claudia direi “goditi di più le cose e preoccupati meno”. Quando sei piccola ti fai guidare da chi ha più esperienza, e penso sia giusto, ma nel mio caso ho notato una svolta sostanziale nella mia carriera da quando mi hanno dato le redini in mano. Non si può tenere a freno qualcuno con una grande creatività, perché prima o poi la soffocherai. Quando mi sono state date in mano le redini, mi sono goduta di più la mia carriera.
Oggi ti senti più grande e più matura?
Oggi mi sento molto cresciuta. A mio avviso il rapporto con me stessa è maturato tardi, mi sono sempre sentita un pesce fuor d’acqua perché ho cambiato spesso scuola, radici, amici. Quando è così, la tua vita è un continuo stop e re-start. Ci vuole tempo prima che tu riprenda consapevolezza di te stessa. Ora, finalmente, mi sento molto più serena, ma la causa principale è l’avere il pieno controllo, che mi permette di esprimermi senza freni o timori di dovermi confrontare con qualcuno. Da quel momento ho iniziato a scegliere io come scrivere, comporre, rappresentarmi artisticamente. Tutte le scelte sono mie.
Parli spesso alle donne dicendo cose molto importanti, ma lo fai con freschezza e leggerezza. Che cos’è la luna per le donne e che messaggio vorresti dar loro?
La luna è il simbolo della donna per eccellenza. Per me è il punto di arrivo. Noi spesso vediamo la luna da un’altra dimensione: stiamo sulla terra e ne subiamo il fascino. Io sono da sempre legata alla luna, da quando mio padre, a 5 anni, mi ha regalato un libro che si chiamava “La signora nella luna”.
Ad oggi quanto conta l’idea e quanto conta l’esperienza?
Il mio percorso è sempre stato fuori dagli schemi: facevo rap quando le radio non ne volevano sapere. Mi sono buttata su un genere – il reggae – e sono stata un precursore di tendenze musicali che all’inizio venivano viste male, poi sono esplose e mi hanno dato modo di pensare che la mia visione è stata giusta. Vedere che questo genere si è diffuso per me è un complimento, e questo disco è coerente con le sonorità. Per me, segna una presa di scelte coraggiose e una buona intuizione musicale.
È stato difficile, perché sei donna, riuscire a imporre questo tipo di tendenza musicale?
Ancora si fa fatica a credere che scriva io i miei testi. Tutt’ora sono convinta che le persone non sappiano quanto c’è di mio dietro. È più difficile perché c’è un gap tra capacità e immagine, è come se non possano coesistere. O sei rapper o sei pop. O sei carina o hai talento. Il fattore credibilità nel proprio settore è ancora un argomento che deve essere affrontato. E penso che le donne siano le prime vittime di questa forma mentis ancora molto presente.
Alcune tue colleghe si sono prestate alla tv, ti piacerebbe in futuro vestire i panni di docente/giudice in qualche talent?
Ho già avuto una bella esperienza con RAI 1 per Sanremo Giovani. È stato per me un onore sedermi accanto a giudici di grande livello, anche se per un periodo molto breve. Quindi sì, mi piacerebbe che la mia esperienza possa aiutare qualcuno a crescere.
Un ringraziamento speciale a Baby K, augurandole il meglio per il suo nuovo album e per tutti i suoi progetti futuri!
di Martina Tronconi