Già top model e mamma, Bianca Balti è da poco diventata anche designer con il lancio della sua prima collezione di costumi da bagno per YOOX. Dalle spiagge della California, passando per la Lodi dei suoi ricordi, ci ha raccontato di questi luoghi, a cui la sua linea di beachwear si ispira. Un’occasione, inoltre, per parlarci di come l’arrivo delle sue bambine le abbia cambiato la vita e la carriera lavorativa; facendo emergere chiaramente l’immagine di donna forte e libera che si prefigge e che, a nostra detta, incarna perfettamente.
Da top model a designer il passo è stato breve. E il risultato decisamente un successo. Ma com’è stato calarsi in questi panni? Si tratta di un’esperienza isolata o sarà la prima di numerose collezioni?
Il passo non è stato poi così breve…Ho 33 anni e sono ormai 13 anni che faccio la modella, perciò questa opportunità è arrivata proprio al momento giusto, ovvero ad una certa maturità stilistica raggiunta. Quando mi è stata posta la sfida di disegnare una linea di costumi da bagno da Federico Marchetti, il presidente di YOOX, rifiutare è stato impossibile. Mi sono messa subito al lavoro!
Per questa linea di beachwear ha scelto un tocco retrò anni ’60 colorato e dalle linee eleganti, che non può non far pensare alle bianche spiagge californiane, dove oggi vive con la sua famiglia. I materiali scelti per la collezione però sono tutti rigorosamente Made in Italy, la sua terra d’origine. Che rapporto ha con questi luoghi e quale le sta più a cuore?
Devo ammettere che la California è sempre stata un sogno per me, fin dall’adolescenza trascorsa a Lodi. Credo che vederla nei film mi abbia fatto crescere con la sensazione di conoscerla già; per cui, quando mi sono trasferita, mi sono sentita subito a casa! Il clima mite tutto l’anno, il senso di opportunità e l’entusiasmo delle persone rendono la California il posto dove mi sento al meglio e dove voglio crescere la mia famiglia. D’altra parte, l’Italia ed in particolare Lodi, fanno di me la donna che sono oggi. Le cose di cui vado più fiera sono sicuramente l’arte e l’artigianato, che mancano totalmente in America. La ceramica della Vecchia Lodi, le meringhe e la Tortionata, la sarta e la magliaia della mamma, i mercatini dell’antiquariato, la messa della domenica in chiese che sono opere d’arte, i negozi della pasta fresca e tutto il cibo in generale. Queste sono le cose dell’Italia che amo e che più mi mancano. E, naturalmente, la mamma ed il papà!
L’obiettivo di questa nuova collezione, le cui taglie vanno dalla 38 alla 52, sembra proprio essere quello di esaltare ogni corpo femminile, nella sua naturalezza e varietà di forme. Oggi però sono molte le giovani donne che non si trovano a proprio agio o non hanno un buon rapporto con il loro corpo. Che consiglio darebbe loro per imparare ad apprezzarsi ed amarsi di più?
Neppure io mi sento sempre a mio agio con il mio corpo. Per esempio, dopo la mia seconda gravidanza mi sono ritrovata con 20 kg in più e dei lavori da svolgere a breve. Quello che posso dire è che con un po’ di sacrificio e costanza, si può essere al meglio della propria forma. Tuttavia, siamo tutte diverse e non rispondiamo ad un solo prototipo estetico. Dovremmo cercare di volerci più bene perché la bellezza che percepiscono gli altri è proporzionale a quanto ci piacciamo. Pensiamo, per esempio, ad attrici o cantanti famose, che non sono proprio perfette, ma che vengono idolatrate da tutto il mondo!
Lei invece oggi è in forma smagliante, anche dopo la nascite delle due bimbe, Matilde 10 anni e la piccola Mia di 2 anni. In che modo, se lo ha fatto, la maternità ha cambiato la sua carriera?
La maternità ha cambiato il mio tutto! E’ la mia missione nella vita, la cosa che mi rende più soddisfatta, felice ed orgogliosa. Mette in prospettiva tutto il resto e mi fa vedere il mio lavoro per quello che è: una grandissima opportunità per dare alla mia famiglia un po’ di sicurezza e tranquillità economica.
A proposito di figli, cosa ne pensa dell’operazione di D&G di far sfilare i Millenials, figli di star e personalità di spicco? Le farebbe piacere se un giorno a calcare la passerella fossero anche le sue bambine?
I “figli di papà” ci sono sempre stati ed hanno sempre avuto migliori opportunità rispetto agli altri “comuni mortali”. Se privati dei loro cognomi diventano ragazzini normali, ed è proprio quella la cosa positiva: poter vedere sfilare ragazzi normali, di diverse taglie, etnie ed altezze. Mi farebbe piacere vedere anche le mie figlie un giorno sulla passerella, ma solo se loro ne fossero contente. Davvero non mi importa ciò che faranno le mie bambine, fintanto che lavoreranno duro per dare il meglio di sé.
Ed infine, una riflessione: quale pensa sia il ruolo della moda di oggi e di domani nel contribuire a costruire una migliore immagine di donna?
Il contributo della moda è fondamentale nel definire la donna di oggi. Tuttavia, non bisogna dimenticare che la moda veste le tendenze e le richieste del pubblico. Per cui è per prima la clientela a definire ciò che la moda creerà, ed i giornali di moda pubblicheranno. E’ quindi responsabilità delle donne stesse, e non della moda, quella di farsi rispettare e di far valere i propri diritti.
Ringraziamo Bianca Balti per la sua gentilezza e la grande disponibilità!
di Gaia Lamperti