L’evento del mese è la Milano Design Week, e in tale occasione Matteo Thun rappresenta la figura più iconica in fatto di design, per il suo forte impegno e per avere quella marcia in più rispetto ad altri creativi del settore. Professionalmente nasce come architetto, è stato poi l’incontro con Ettore Sottsass a trasmettergli l’approccio olistico.
Tre volte premiato con il Compasso d’Oro e inserito nella Interior Hall of Fame di New York, la sua opera maggiormente rappresentativa è il Mountain Resort Vigilius, un Resort a Cinque Stelle sul Monte San Vigilio a Merano, costruito nel 2003. Un’isola immersa nella natura, a 1500 m di altitudine e alla quale si accede solo grazie ad un breve tragitto in funivia.
Queste le sue parole volte a descrivere tale capolavoro, “Qui la mia ricerca stilistica si fonde con quella dei materiali, dando vita a un progetto dominato dal legno e da un design contemporaneo che coniuga tradizione e presente. Unire architettura, interni, illuminazione e product design all’interno dello stesso manufatto richiede una regia di ‘Teaming up’ tra i vari professionisti nello stesso studio, non sempre facile”.
Ma noi ben sappiamo che il risultato dei suoi lavori è sinonimo di eccellenza estetica e alta qualità, e abbiamo avuto l’onore di porgli qualche domanda.
Come descriverebbe gli inizi della tradizione Thun, che vanta già una carriera creativa storica?
Il binomio designer e imprenditore. Importantissimo e indispensabile. Ho avuto la fortuna di sperimentarlo in famiglia, sono cresciuto con queste due figure. Mio padre mi ha insegnato come si comporta un imprenditore. Lavorare con mia madre nel nostro laboratorio, invece, mi ha trasmesso la creatività e mi ha avvicinato al mondo dell’arte.
Lei ha intrapreso una strada separata, ma sempre nel mondo creativo. Quali sono i fondamenti irrinunciabili per il suo mestiere?
Fare un’esperienza con Memphis ha significato affiancare e collaborare con Ettore Sottsass liberandomi dai formalismi. Sperimentare nuove forme e materiali, spaziare tra più generi, dal design all’architettura. Questa spontaneità di pensieri e gesti mi è rimasta. Come ai tempi di Memphis, ancora oggi pongo un gesto spontaneo – un acquerello oppure uno schizzo – alla base di ogni mio progetto. L’effetto più importante sul design di oggi è il ritrovamento di un linguaggio sensoriale. Siamo tornati all’uomo e ai suoi sensi, ad esplorare la tattilità; mentre per molto tempo il design è stato solo “visivo”.
Come importante esponente del settore, sarà presente attivamente alla Design Week?
In occasione del Salone siamo stati coinvolti in diversi progetti su più fronti. Fra questi un’installazione, “Colori e Decori”, nella cornice della Casa degli Atellani in Corso Magenta, nell’ambito di un progetto ideato da Airbnb: una raccolta di acquerelli che ho realizzato nel corso degli anni, ispirata ai miei viaggi, si intreccia con la dimensione stessa del mestiere dell’architetto. E ancora, nuovi design realizzati con Antonio Rodriguez e prodotti da aziende presenti sia in Fiera che al FuoriSalone, come Ethimo, azienda per la quale abbiamo studiato una nuova collezione outdoor per quattro diversi ambienti: Mountain, Urban, Grand Hotel e Camping Chic.
Ha progetti in fase di realizzazione di cui ci può dare qualche anticipazione?
A Febbraio a Braunschweig, in Germania, si è tenuta la cerimonia ufficiale di inaugurazione del primo dei molti InterCityHotel, il cui nuovo concept è stato curato dal nostro studio. “A home like hotel”, declinato in tutti gli ambienti semplici dall’approccio smart favorito da tecnologie quali il check tramite smartphone e il pagamento via app. Inoltre, per la fine dell’anno terminerà la realizzazione di un progetto molto importante sul Lago di Lucerna: un innovativo concetto di ospitalità che coniuga wellness facilities con servizi riabilitativi e cure mediche, in una cornice mozzafiato fronte lago e perfettamente integrato nella natura in cui è immerso.
Un consiglio per chi intraprende questo percorso di studi, per i giovani che si lanciano in questa avventura, che sicuramente richiede molta disciplina ma anche un forte estro creativo?
All’inizio di ogni progetto risiede una delle fasi più importanti del lavoro di un “bravo designer”: la ricerca approfondita dell’ambito di lavoro, un’analisi del cliente, dei suoi valori, la sua storia, come anche la ricerca dei bisogni del consumatore. Sono questi gli elementi che costituiscono la base che consente poi di creare progetti che rispettino il Genius Loci, l’anima del luogo in architettura e l’anima, l’ambiente e i valori del cliente nel Product Design.
di Silvia Fabris