Efisio Rocco Marras è uno dei talenti emergenti di questo 2017. Figlio d’arte di Antonio Marras, da qualche mese è al timone della linea “I’M Isola Marras”, per la quale ha già disegnato due collezioni. Lo abbiamo incontrato al White di Milano, dove ha esposto la seconda uscita per la stagione Primavera/Estate 2018. Occhi aperti sul mondo, e tanto talento.
Il tuo percorso di formazione è stato influenzato dall’atmosfera artistica che si respirava in casa oppure sognavi di fare altro?
Sicuramente sono stato influenzato dall’atmosfera artistica che si respirava in casa, perché il primo piano della casa dove sono nato e cresciuto ad Alghero è un vero e proprio laboratorio artistico, dove si cuciono abiti a mano e i ricami. Da sempre però, fino a quando avevo 18 anni, ho disprezzato e rinnegato (penso per stupidità adolescenziale) quell’ambiente. Il mio percorso è stato un pò strano, nel senso che fin da piccolino, dai 6 anni ai 18, ho avuto una sola passione, che era l’equitazione (praticavo il salto ad ostacoli). Tutto il resto era nulla. Poi mi sono avvicinato alla fotografia e ho deciso che, invece di continuare con lo sport, avrei studiato a Parigi. Il primo semestre di prova ho studiato a Londra, dove non mi sono trovato benissimo, così ho virato su Parigi, frequentando la Parsons, che mi ha veramente aperto la mente. Grazie alla scuola francese, sono riuscito ad apprezzare quello che avevo intorno. Un processo piuttosto contorto, perché successivamente ho iniziato a studiare anche la fusione del bronzo, ed in Giappone cinematografia giapponese. C’è stato inoltre un periodo bellissimo in cui ho svolto un tirocinio presso lo studio di Mario Sorrenti a New York. Fra un’esperienza e l’altra sono arrivato a Milano, e ho iniziato a disegnare una linea.
Come hai immaginato dovesse essere la donna che avrebbe indossato i capi della tua prima collezione firmata I’M ISOLA?
Una donna giovane, una ragazza della mia età. Non riesco ad immaginare di disegnare un cappotto per mia nonna. Lo penso per quella che era la mia compagna di banco alle elementari e che adesso vedo al bar. Disegno sempre per i miei amici, e mi domando se le mie creazioni possano piacere a loro in primis. La mia è una ragazza anticonvenzionale, e mi piacerebbe che non fosse inscrivibile in una categoria, ma che sia piuttosto uno spirito libero, che abbia voglia di divertirsi, e che ogni giorno non abbia paura di cambiare; un giorno vestita con un completo da uomo, e il giorno dopo con un vestitino da cocktail abbinato ad un cappottino un po’ più chic.
Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a creare una collezione divergente dalle caratteristiche stilistiche del brand ideato da tuo padre?
Intanto, il ritorno di una ribellione adolescenziale che si doveva far sentire (siamo già diventati troppo amici). A parte gli scherzi, lui ha le sue idee, i suoi punti di riferimento, io ne ho altri, di sicuro un po’ divergenti. Anche grazie ai miei genitori ho fatto delle esperienze bellissime, ho immagazzinato tanto, tutto quello che mi circondava. E’ stato molto importante nella pre-collezione S/S 2018 essere sincero e fare le cose che mi piacevano, dare un’impronta mia. E poi tutto si evolve, quella era la prima.
A cosa ti sei ispirato nella creazione dei tuoi modelli? E’ presente qualche elemento ricorrente che contraddistingue le tue creazioni?
Ci sono sempre elementi che devono ritornare, bisogna lasciare il segno. Per questo ho ripreso molti aspetti di ciò che era Isola prima, vi sono infatti ben dieci anni di collezione alle spalle che hanno anticipato il mio arrivo e la mia voglia di stravolgere e giocare. Sono anni importantissimi per la memoria storica del Brand. Sono tanti gli elementi che contraddistinguono Isola. Quello che mi sta piacendo molto – e che continua anche per la collezione Autunno/Inverno – è giocare con i volumi: partire dal super over e arrivare al mini stretto, dall’ombelico un po’ scoperto fino al camicione che arriva alle ginocchia. Poi amo giocare con l’accostamento dei colori, soprattutto con le impunture a contrasto.
Tra i tuoi progetti futuri c’è la creazione di un tuo brand?
No, Isola lo sento abbastanza mio. Un brand con il mio nome, dici? No, troppo autoreferenziale. Già questo si chiama “I’M Isola Marras”, più di così mi sentirei troppo al centro dell’attenzione. Per il resto, mi piacerebbe fare un sacco di cose, tante collaborazioni, andare lontano, presentare in Cina, Giappone, America, Kazakistan; vorrei che fosse un’Isola più concettuale e approcciabile da tutti. Mi piacerebbe avvicinarmi ad altre culture, altri pensieri, altri “mind-set”, e continuare ad imparare dallo scambio.
Ringraziamo Efisio Rocco Marras per l’estrema gentilezza e disponibilità.
Trovate il video dell’intervista a questo link : https://www.youtube.com/watch?v=4O8pjKK6Drc&t=177s
di Federica Senatore