Forma Infinitum: l’arte senza confini di Add Fuel

L’artista portoghese Add Fuel (Diogo Machado) porta la sua prima mostra personale in Italia, esplorando il dialogo tra tradizione, innovazione e street art

di Angelica Malaguti

Dal 13 marzo al 12 aprile 2025, la Galleria Wunderkammern di Milano ospita Forma Infinitum, un’esposizione che celebra il talento di Add Fuel, artista di fama internazionale noto per la sua reinterpretazione contemporanea degli azulejos. Il suo stile distintivo combina geometrie intricate, colori vivaci e motivi decorativi ispirati alla tradizione portoghese, creando un ponte tra passato e presente.

Oltre a essere un omaggio alla storia artistica, le sue opere trasformano la tradizione in un linguaggio nuovo, adattandola all’universo della street art. Con collaborazioni prestigiose alle spalle, Add Fuel è oggi un punto di riferimento nel panorama dell’arte urbana.

Prima dell’inaugurazione della mostra, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per conoscere meglio il suo percorso, le sue ispirazioni e le prospettive future della sua arte.

Forma Infinitum è la tua prima mostra personale in Italia. Che significato ha per te questo traguardo?

L’Italia è un mercato che si sta rivelando sempre più importante per il mio lavoro. Quando ho ricevuto l’invito, ne sono rimasto sorpreso e onorato: questa galleria era da tempo nella mia lista dei desideri. Spero che il pubblico italiano apprezzi il mio lavoro tanto quanto io metto passione nel crearlo. Molti paesi hanno una forte connessione con i motivi decorativi e le piastrelle, e l’Italia non fa eccezione: basti pensare alle maioliche del Sud. È affascinante vedere come queste tradizioni si intreccino.

Hai citato le maioliche del Sud Italia. Come si collega il tuo lavoro a questa tradizione?

L’arte decorativa è un continuo processo di reinterpretazione. Ogni cultura ha sviluppato pattern unici, che nel tempo si sono influenzati a vicenda. Per esempio, in passato ho lavorato su un progetto ispirato ai tessuti africani, applicando lo stesso concetto dei motivi geometrici, ma con materiali diversi.

Anche lo stile portoghese è frutto di influenze storiche: gli azulejos sono stati introdotti dai musulmani, che per secoli hanno abitato la penisola iberica. I colori tipici, il blu e il bianco, derivano invece dai commerci con la Cina e dalle loro celebri porcellane. Ogni pattern racconta una storia fatta di contaminazioni culturali, e io cerco di portare avanti questa tradizione con uno sguardo contemporaneo.

I tuoi pattern hanno una precisione geometrica incredibile. Pianifichi tutto nei minimi dettagli o lasci spazio all’istinto?

All’inizio il mio processo creativo era molto più istintivo: osservavo i motivi tradizionali e li ricomponevo a memoria. Con il tempo, però, ho affinato il mio metodo e oggi uso l’iPad per gli schizzi preliminari. Questo mi permette di lavorare in modo più fluido, disegnando in modo radiale: creo un singolo elemento e il software lo riproduce automaticamente nel pattern completo, così posso vedere subito il risultato finale.

Anche se la tecnologia aiuta a ridurre gli errori, il processo rimane molto organico. A volte un’idea prende una direzione inaspettata e la seguo, altre volte torno indietro e rielaboro il disegno. Una volta definito il pattern, posso applicarlo su diversi supporti, che siano stencil, piastrelle, serigrafie o murales.

Hai collaborato con brand importanti come Nike, MTV e Red Bull. In che modo queste esperienze hanno influenzato il tuo percorso?

Prima di dedicarmi interamente all’arte, lavoravo come illustratore per diversi marchi, occupandomi di eventi, campagne promozionali e abbigliamento. È stato un periodo stimolante, in cui cercavo di capire come trasformare la mia passione in una carriera.

La vera svolta è arrivata quando Nike mi ha chiesto non una semplice illustrazione, ma un design basato sui miei pattern di piastrelle. In quel momento ho capito che la mia cifra stilistica stava trovando un riconoscimento, e che potevo davvero costruire qualcosa di unico. Queste collaborazioni mi hanno insegnato a comunicare la mia visione artistica a un pubblico più ampio.

La street art è in continua trasformazione. Come immagini il suo futuro?

L’arte evolve continuamente, quindi è difficile prevedere esattamente dove andremo. Nel mio caso, sono partito dal disegno puro, poi ho iniziato a trasferire i miei motivi sulle piastrelle, fino ad adattarli agli stencil per murales e altri materiali.

I social media hanno sicuramente accelerato questo processo, permettendo a molti artisti di farsi conoscere. Tuttavia, capita che il successo dipenda più dalla visibilità online che dal talento effettivo, e questo può essere un’arma a doppio taglio. Allo stesso tempo, è interessante vedere come il concetto stesso di “artista” stia cambiando: oggi chiunque, anche senza un background accademico, può esporre in una galleria e ottenere riconoscimento. Il futuro? È tutto da scrivere.

Dopo questa mostra a Milano, quali sono i tuoi prossimi progetti?

Tra pochi giorni volerò a Los Angeles per una mostra collettiva, poi tornerò a Lisbona per un progetto molto speciale: una doppia esposizione con un altro artista, in cui uniremo i nostri stili. Creeremo anche un murale a quattro mani, e sono davvero entusiasta all’idea di fondere le nostre visioni in un’unica opera.

Nel mio studio ci sono molti altri progetti in cantiere, tra cui grandi commissioni private per collezionisti e aziende. Ma per ora non posso svelare troppo… diciamo che ci saranno delle belle sorprese!

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