FullARTs! Chiacchierata con Ludmilla Radchenko

La prima cosa che mi colpisce di Ludmilla Radchenko è senza dubbio il suo aspetto, quello di una bellezza professionista. Ma questa affascinante siberiana è la prova vivente che c’è molto di più in una donna del suo aspetto: un irriverente, travolgente talento artistico, espresso dalle sue tele di sapore pop e, ancor di più, dai suoi foulard, anzi, Fullart.

Conoscendo il suo passato di ballerina e showgirl, mi incuriosisce sapere quando e come si sia avvicinata alle arti visuali.

Mi sono diplomata in Fashion Design nel 1999. Dopodiche’, nel 2009, ho terminato un corso alla New York Film Academy negli USA. Questi studi mi hanno mostrato il collegamento tra il mondo della moda e l’arte. Successivamente, ho deciso di dedicarmi totalmente alla mia più grande passione: la pittura. Tuttavia, penso che il mio amore per l’arte risalga alla mia primissima infanzia. Mio nonno Elektron mi ha trasmesso infatti da piccola l’amore per l’osservazione, chiave di lettura che mi ha consentito di avvicinarmi al mondo dell’arte e della poesia.”

Guardo i suoi quadri, coloratissimi, vere e proprie esplosioni di vitalità, così ricchi di dettagli. Non basta guardarli di sfuggita per coglierne appieno il senso, bisogna osservarli, immergervisi, lasciarsi travolgere. Le chiedo di più sulle sue fonti di ispirazione e sulle tecniche che usa.

L’ispirazione di un artista parte da un mix tra il suo cervello e l’anima, che spesso va alimentato da quello che hai visto e vissuto, studiato e osservato. Per questo, secondo me, un vero creativo osserva anche gli altri artisti  e prende spunti per idee nuove o rinuncia appositamente a ciò che è stato già fatto. Forse la mia ispirazione  potrebbe essere un mix tra la spontaneità di Renoir, la tecnica di mischiare i colori di Gauguin, le sfumature di Van Gogh, la pazzia di Basquiat, il dinamismo di Warhol e l’energia di Mr. Brainwash. Non possiedo una tecnica predefinita che applico durante i miei lavori, dipende dai periodi.  A volte mi immergo nel digitale (tipo la mia serie in lenticolare ‘Idea del Reale’). Ho dovuto esplorare una tecnica nuova che non prevedesse l’uso dei colori perché stavo allattando mia figlia. A volte, quando sento di potermi concentrare su una tecnica per dipingere a mano, sfogo la mia energia ‘impastandomi’ nella pittura. La tecnica che più mi contraddistingue è sicuramente il collage su tela con acrilico e resina“.

I suoi quadri sono estremamente tattili, quasi tridimensionali. Perfetti per ondeggiare con naturalezza sulle pieghe di sciarpe soffici come nuvole, che sembrano quasi la loro naturale evoluzione. Chiedo come le sia venuta l’idea di trasportare sulla stoffa i suoi capolavori.

Non è stata un’ idea mia, ma di miei amici toscani che un giorno mi hanno mostrato un prototipo, una mia opera stampata su cachemire e seta, io mi sono innamorata immediatamente di questa idea, di conseguenza abbiamo cominciato a farla conoscere agli altri. Il progetto ha preso subito piede, diventando così importante da rappresentare il 50% del nostro business, dico ‘nostro’ perché ho un team di persone che mi seguono. Stiamo lavorando per presentare un prodotto esclusivo!”.

Ed esclusivo lo è davvero. La qualità e la morbidezza sono impressionanti.

Sono 100% Made in Italy. Sono appropriati a qualsiasi stagione trattandosi di una composizione mista modal/seta/cachemire, hanno un’ottima stampa che si vede benissimo su entrambi  i lati, si mantengono a lungo lavandoli semplicemente in acqua tiepida. Per di più i nostri foulards, che noi chiamiamo FullARTs, sono unisex, ovviamente dipende dal design. La cosa più bella è che quelli che noi definiamo ‘Multipli d’Arte da Indossare’ sono  le esatte riproduzioni delle mie opere sui tessuti pregiati che pesano niente. Una comunicazione autonoma della mia creatività – geniale, no?”

Le persone amano il Fullarts, chi ne possiede almeno uno, lo sa bene! Confesso di essere anche io una fan. Ho un bellissimo Fullart con la riproduzione di due cigni e la scritta LOVE e lo indosso continuamente, quando il mio look ha bisogno di un upgrade o, semplicemente, per una dose extra di coccole e calore. Chiudiamo la nostra conversazione con un consiglio di stile, visto che Ludmilla in questo è maestra:

Un abito monocolore, un paio di scarpe con il tacco e un foulard grande 140×200 messo sopra come uno scialle. Un paio di leggings o jeans neri, una maglia con le scritte, giubbino di jeans/pelle , bikers o anfibi , un mio foulard 140×140. Ovviamente la storia cambia se a indossarlo è un maschietto…

Sorride, lo sguardo già illuminato al pensiero dell’evoluzione del suo brand. Che è come lei: ammaliante.

di  Ilaria Diotallevi

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