Il debutto di Bresh in gara a Sanremo 2025

Bresh partecipa per la prima volta in gara al Festival di Sanremo 2025 con il brano "La tana del granchio"

di Angelica Malaguti

Bresh debutta in gara a Sanremo 2025 con “La tana del granchio”, un brano che rappresenta una tappa significativa nel suo percorso artistico. Dopo aver calcato il palco dell’Ariston come ospite, il rapper genovese si prepara a questa nuova sfida con la sua consueta autenticità. Nell’intervista racconta il significato della sua canzone, il rapporto con gli altri artisti in gara e l’emozione di portare De André in un omaggio speciale.

Hai già vissuto l’emozione del palco dell’Ariston come ospite, ma quest’anno sei in gara. Come stanno cambiando le tue emozioni e in che modo ti stai preparando per questa esperienza?

Cerco di mantenere lo stesso approccio che ho nei miei live: non pensare all’ansia della performance e trovare un equilibrio per salire sul palco in modo naturale e leggero.

Ogni brano segna un’evoluzione nel percorso di un artista. In cosa senti che “La tana del granchio” rappresenta un passo avanti nel tuo percorso musicale rispetto ai tuoi lavori precedenti?

“La tana del granchio” è una tappa importante, così come lo è il palco dell’Ariston. Credo che non ci sia modo migliore per liberarsi da ogni peso, soprattutto davanti a un pubblico che ancora non mi conosce bene, se non quello di mostrarsi per ciò che si è, senza maschere.

Se dovessi descrivere “La tana del granchio” con tre oggetti, quali sceglieresti e perché?

Sicuramente un granchio, che è il mio segno zodiacale e mi riporta all’infanzia trascorsa vicino al mare. Poi un paio di infradito e un pantaloncino corto, che rappresentano il modo in cui vorrei vivere tutte le mie giornate: con leggerezza e libertà.

Sanremo è anche un’occasione di confronto con altri artisti: c’è qualcuno tra i tuoi colleghi in gara con cui hai legato particolarmente o con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

L’atmosfera mi sembra quella di una gita scolastica! Ho vissuto con Rkomi, che è stata forse la prima persona che ho conosciuto a Milano. Conosco bene Tony Effe, Achille Lauro, Rocco Hunt, Rose Villain, Clara, Gaia… e poi Olly, che è di Genova come me, insomma ci conosciamo un po’ tutti.

Da genovese, portare De André sul palco dell’Ariston ha un significato particolare. Quanto è importante per te questo omaggio e cosa significa avere al tuo fianco suo figlio Cristiano?

Per me è come chiudere un cerchio, è un sogno che ho fin da quando ero bambino. In più, cantare un pezzo in genovese a Sanremo è qualcosa di unico, che mi fa sentire originale e in pace con me stesso. Mi regala una serenità immensa.

Puoi anticiparci qualcosa su quello che arriverà dopo il Festival?

Abbiamo annunciato i concerti nei palazzetti, che tra l’altro stanno già andando verso il sold out. E poi sicuramente arriverà qualche altra sorpresa.

Bresh che vince Sanremo o il Genoa che vince lo scudetto?

Il Genoa che vince lo scudetto, tutta la vita! Mi dispiace per la mia famiglia, anche se mio padre sarebbe d’accordo con me: per lui conta più lo scudetto. Quindi dico 100% Genoa campione!

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