Mario Biondi – Intervista a ritmo di soul

 

Il suo ultimo album si intitola “SUN” e credo che sia la parola che lo rappresenti al meglio: stiamo parlando di Mario Biondi, la cui voce calda riscalda gli animi di chi lo ascolta, crea la giusta atmosfera proprio come il Sole. Ma Mario Biondi non è solo Voce, la sua solarità è intrinseca nella sua persona, un esempio di chi crede nei propri sogni, di chi dopo tanti no e tante porte in faccia è arrivato a realizzare con costanza e determinazione i propri sogni, fino a registrare per i suoi concerti sold out ovunque…e noi di Gilt Magazine siamo riusciti a strappargli qualche domanda:

Il 14 a Milano si apre la sua tournèe e già i suoi concerti stanno registrando ovunque sold-out. In realtà, l’anticipazione si è tenuta a Londra a maggio perchè il suo album SUN sta riscuotendo grande successo internazionale. Cosa crede di aver comunicato in questa sua ultima creazione?
Cerco di portare l’attenzione sulle basi della nostra vita: il sole è la fonte principale (senza voler fare demagogia ) e giocando con la musica è nato SUN

Lo ha definito il suo album più “positivo”. Ce lo può raccontare brevemente?
Credo che in tutti i miei progetti io abbia cercato di rappresentare positività, solarità; probabilmente è proprio una ricerca la mia.

La sua carriera vanta importanti collaborazioni canore italiane e internazionali. Mi vengono in mente quelle con Ornella Vanoni, Renato Zero e le ultime con Jean Paul Maunick, Chaka Khan, Al Jarreau. C’è ancora un artista con cui aspirerebbe cantare?
Ci sarebbe da stilare una lista lunghissima. Adoro chi fa bene musica e mi piace imparare dagli altri: negli scambi c’è sempre un grande scuola, e nella musica non si finisce mai di imparare.

Ha iniziato facendo da spalla ad artisti famosi come Ray Charles, ora invece sono gli emergenti a fare da apertura ai suoi concerti. Come si sente in questa veste? Cosa si sentirebbe di dire a uno di loro?
Al momento nessuno apre i miei concerti ma ho provato ad essere di supporto ad artisti italiani con un risultato davvero interessante, attraverso il progetto “Due”.

La svolta del 2004 con “This is what you are” lo ha consacrato voce jazz degna di nota. Auspicava di divenire un canone di riferimento di questo sound o nella sua adolescenza pensava a un altro genere?
Ho sempre ascoltato e preso come esempio artisti del calibro di Al Jarreau che hanno spiccato nella musica in diversi generi, acquisendo un grammy per ogni singolo genere a cui si è affacciato; credo che la musica sia bella se fatta bene,  in qualsiasi genere essa sia

La sua musica è elegante, raffinata…il mondo della moda, dell’allure subentra in qualche modo nella sua musica? Lei come si vede e si definisce: scevro di clichè o al contrario attirato dai trend dettati dalla moda uomo?
Ritengo che la moda sia una forma di arte molto espressiva: da come ti vesti molto spesso si può delineare la tua personalità

C’è stato un momento, magari durante uno dei suoi spettacoli che ricorda particolarmente? Se sí, perchè?
Ogni concerto è importante per me, grazie all’interplay con i miei musicisti e con il pubblico si crea una collaborazione magica, che arricchisce.

La maggior parte dei suoi brani è inglese? Come mai questa scelta?
Ho iniziato la mia carriera in ambienti internazionali. Di conseguenza la lingua inglese era l’unica a rendere traghettabile il canto insieme ai classici italiani.

Se fosse una canzone, Mario Biondi quale canzone sarebbe? E perchè?
Vola colomba bianca vola, amo la libertà.

 

 

(di Paola Vaira)

 

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