Abbiamo intervistato Tommaso Mandorino, chef classe 1992 della Locanda Sempione a Milano. Oltre al suo talento evidente, ci ha colpito la sua passione e sensibilità in cucina, che è cultura veicolata con la voglia di combinare ingredienti nuovi e tradizionali creando arte.
Tommaso, come nasce la sua passione per la cucina?
La passione per la cucina nasce da piccolo, guardando mia madre e mia nonna cucinare. Incuriosito dai prodotti, toccavo e assaggiavo. In fase adolescenziale decisi di vedere la scuola alberghiera, fu lì che capii qual era la mia strada.
E quanta Puglia c’è in quello che cucina?
In ciò che cucino c’è sempre un rimando alla mia terra, la Puglia; sono le mie radici, le mie fondamenta.
Cucinare è comunicare. Cosa comunica Tommaso con i suoi piatti?
Cerco di comunicare l’amore che provo, la passione che mi fa andare avanti ogni giorno e che mi stimola sempre di più. La cucina e i prodotti italiani sono senza tempo.
Qual è l’aspetto più difficile del suo lavoro?
L’aspetto più difficile è trovare la squadra giusta, che abbia come te un obiettivo ben preciso, la stessa passione.
Quali sono le preparazioni che preferisce?
Ciò che preferisco della cucina, tecnicamente parlando, sono le preparazioni lunghe, le cotture a bassa temperatura.
Infine, per concludere, 3 parole che possano descrivere al meglio Tommaso Mandorino.
Umile, tradizionalista, ma rivoluzionario.