Fabio si è laureato in giurisprudenza all’Università Bocconi di Milano, ma è nato nella capitale della sartoria e dell’eccellenza artigianale italiana, Napoli.
Durante gli ultimi anni di studi si è appassionato al mondo della sartoria, ed oggi il suo blog è un punto di riferimento per ispirarsi ed informarsi sulla sartoria maschile.
Nel 2013 ha lanciato una capsule collection di camicie, Slow Tailoring,che univa comodità e velocità. Giornalista-guida fra i padiglioni di Pitti Uomo per Man In Town e Huffington Post; scrive una rubrica su GQ Italia; gira l’Italia per scoprire i segreti del soft tailoring italiano e li condivide raccontando la propria storia sul suo blog.. scopriamo chi è Fabio Attanasio.
Chi è Fabio Attanasio?
Sono nato a Napoli, trasferito a Milano a 19 anni e laureato in giurisprudenza alla Bocconi. Durante gli studi mi sono appassionato al mondo dell’eleganza maschile, della sartoria e dell’artigianalità e mi sono avvicinato sempre di più a questa realtà. Così due anni e mezzo fa ho lanciato thebespokedudes.com , adesso porto avanti il blog e lavoro per alcune riviste, ho una rubrica su GQ Italia e lavoro come contributor per altre riviste italiane.
Come sei diventato un esperto di sartoria maschile?
Andavo in giro fra Milano, Firenze, Roma, Napoli, insomma nelle maggiori città italiane e cercavo di carpire dagli artigiani tutto ciò che potevo per riportare queste conoscenze sul blog spiegandone il valore e indirettamente ho imparato il know-how che oggi vendo alle riviste.
Ti occupi solo del Made in Italy?
No, sono stato anche a Parigi da John Lobb che si occupa di scarpe artigianali e a Londra in una delle principali sartorie di Savile Row, che si occupa di conservare il bespoke, cosa che in Italia non è così affermata.
Qual’è la chiave per essere un bravo blogger?
Sicuramente è un mix di fattori, innanzitutto la coerenza con i lettori in un mondo in cui grazie a internet la comunicazione è immediata ed è facile perdere la credibilità, quindi seguire il proprio concept specialmente all’inizio.
Un’altra cosa fondamentale è scrivere anche in inglese, per esempio io parlo di una cosa tipicamente italiana agli stranieri che di sartoria italiana conoscevano solo i grandi brand, quindi è importante la lingua per arrivare a più persone. Prima di me ne parlava un signore però solo in italiano quindi era autoreferenziale invece per far conoscere la grande cultura della sartoria si deve parlare in una lingua globale.
L’ultimo consiglio è quello di crearsi una nicchia; essere il primo nel mercato a fare una cosa; penso che se fossi stato donna non avrei mai aperto un blog di moda perché ci sono già parecchie persone ad occuparsene.
Segui dei blog di moda?
Seguo blog sulla sartoria, la moda non mi interessa, tutto quello che indosso so chi l’ha fatto, questo è il bello; non mi interessa ciò che producono le grandi aziende, preferisco non comprare prodotti spinti sul mercato dal consumismo.
Si dice che il consumismo eccessivo finirà, cosa ne pensi?
Sono d’accordo secondo me sta finendo e va tutto a favore dell’artigianato. Oggi i multibrand stanno chiudendo; restano solo gli show-room dei grandi marchi. Oggi l’uomo vuole sapere cosa c’è dietro ciò che compra.
Ti rivedi nel termine Dandy moderno?
Non mi piace il termine Dandy, perché credo sia un estremismo e a me piace l’equilibrio, la sobrietà. Mi piace pensare a me come parte di una nuova generazione di appassionati della sartoria, dei gentleman.. Sicuramente mi piacerebbe diventare, e ci sto lavorando, ambasciatore dello stile italiano, una persona normale che vuole portare nel mondo il bello del proprio paese.
Pensi che l’eleganza esista ancora viste le tendenze come per esempio lo street style?
È un fenomeno iniziato già dal ’68, quando sono venuti meno gli schemi e i giovani si sono rivoltati verso i vecchi paradigmi, da allora si è un po perso di vista il modo di vestirsi.
Sono stato in America, dovevo intervistare un’astronauta della Nasa per una rivista russa, e un’uomo della sua portata era vestito con una t-shirt nera e dei jeans, io mi aspettavo di vederlo almeno con una giacca! Questa fa capire che ancora di più in America che in Italia, l’uomo ha perso il piacere di vestirsi.
Qual’è l’abbinamento che consiglieresti ad un uomo per essere sportivo ma elegante?
Io spesso metto i jeans con la giacca! Ognuno è libero, finché ti senti bene con te stesso sei libero di fare ciò che vuoi, è inelegante nel momento in cui sei costretto a fare qualcosa.
A me piace molto anche lo spezzato, è divertente il gilet, ci sono mille modi per essere sportivi ed eleganti! Dipende anche dall’occasione, un tempo ci si cambiava tre volte al giorno, e il blu non si metteva prima delle 18.
L’importante è conoscere le regole per infrangerle!
Facendo realizzare i tuoi abiti in sartoria hai già dei completi fissi o decidi la mattina?
In base al tempo decido cosa indossare, ma soprattutto in base a come mi sento io! Dipende sempre da cosa devo fare, non metterei mai un abito sgargiante per una conferenza, mi piace essere silenzioso.
Accessorio must-have di quest’inverno?
Mi piace tanto il cappello di feltro, anche qui vanno conosciute le regole, al chiuso un uomo deve sempre togliere il cappello!!
Dove vorresti arrivare con il tuo blog?
È diventato il mio lavoro, non so dove voglio arrivare, e questo è parte del fascino di lavorare per se stessi; ogni giorno fai qualcosa di diverso, nuove collaborazioni! L’idea di base è quella di ampliarsi sempre mantenendo la coerenza è parlando di artigianato e sartoria.
Adesso ho iniziato una nuova collaborazione, con velasca.com che ha un concept affine al mio; questi ragazzi milanesi hanno deciso di portare un prodotto fatto a mano nella Marche per venderlo al mondo attraverso internet. Io scelgo il gusto e loro mi danno l’appoggio logistico di e commerce e produttori. La linea uscirà durante il periodo natalizio!
Ultima domanda, ci racconti l’aneddoto più divertente che ti è successo dall’apertura del blog?
Anche io faccio sempre questa domanda! Però è difficile rispondere.. Mi diverto quasi ogni giorno; mi è capitato di fare una consulenza per degli imprenditori russi miliardari e di essere invitato in una loro magione a Mosca e di ritrovarmi come ospite italiano con Albano e Cutugno! Loro pensavano che mi rendesse felice essere affiancato da questi due personaggi!
Tutto è successo perché il figlio di questo petroliere leggeva il mio blog, infatti essendo immateriale diventa divertente scoprire chi ti segue. Io non ho un ideale lettore, perché se penso a chi mi legge mi paralizzo, racconto solo la mia storia!
di (Ludovica Ventura)