Milena Mancini, al Festival del Cinema di Venezia 2016 con Michele Vannucci, è nata a Roma e ha alle spalle un solido percorso di formazione: danza, teatro, televisione, cinema. Sarà all’ Eliseo a Maggio 2017, dove si immergerà nelle parole di Sibilla Aleramo, celebre scrittrice e poetessa italiana, divenendo la voce dello scambio epistolare con Dino Campana. Un amore pulsante di viva tortuosità, fra paure, tenerezze e dolore. Un viaggio tra innumerevoli oscillazioni che vibra di autenticità. Giovane e splendida interprete, Milena si racconta a Gilt, senza tralasciare consigli di stile!
Cara Milena, ti troviamo a Venezia 2016 a fianco di Michele Vannucci con “Il più grande sogno”. Un film che mette al centro l’orizzonte maschile nella sua forma più autentica, umana, fragile. Un film coraggioso, importante. Già vincitore del Premio Salinas Experimenta. Com’è nata questa collaborazione? E che cosa ti ha lasciato?
Questo “grande sogno” è nato grazie all’intuizione della casting scout che si è occupata del film, grazie a lei ho avuto la possibilità di fare il provino per interpretare il ruolo di Milena. Nel film il regista Michele Vannucci mi ha fatto questo regalo: chiamarmi come nella vita reale. Il film mi ha lasciato la speranza che i sogni si avverano, che se ci credi, ti impegni, sei aperto alla vita, le cose succedono.
Il tuo percorso si avvia dalla danza. Che cosa ti ha restituito questa raffinata ma anche esplosiva forma d’arte?
Mi piace il suo modo di porre le domande, è molto musicale.
La danza mi ha insegnato la dedizione, lo studio, l’ascolto e il sacrificio; quando devo interpretare un ruolo la prima domanda che mi pongo è: come ballerebbe questo personaggio? Ho dato molto alla danza, se penso alle ore passate a studiare, perfezionarmi, sperimentare; mi ha regalato emozioni uniche, la possibilità di viaggiare in tutto il mondo, da una piccola borgata di Roma fino a Sidney è tanta strada!
Lo studio ti ha portata a viaggiare, ad allontanarti dalle radici per consolidare la tua formazione professionale e personale. E’ importante fare esperienza all’estero, lontano da casa?
E’ fondamentale! Viaggiare per me vuol dire crescere, aprire la mente, comprendere il valore di quello che lasci. Quando “giochi in casa” non capisci i tuoi limiti, invece se viaggi devi per forza metterti in gioco, e credo che per un attore sia fondamentale.
Ballerina, attrice, ma anche mamma di due splendidi figli. Ci racconti come pensi ti arricchisca la maternità? Come riesci a conciliare carriera e famiglia?
Grazie per i “splendidi figli”!
La maternità è un dono meraviglioso, difficile, impegnativo, ci vuole tanta pazienza; in un mondo in cui tutto corre così veloce bisogna rispettare i figli, i loro tempi, ascoltare le loro esigenze, ma senza mai dimenticare se stessi; la ricerca continua dell’equilibrio mi aiuta a conciliare la carriera con la famiglia. Cerco di fare delle scelte mirate che rispettino i miei sogni e quelli della famiglia. L’organizzazione a livello pratico è più complessa, ma non impossibile.
“Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto” scrive Dino Campana nella sua celebre poesia L’invetriata. Insieme a tuo marito Vinicio Marchioni, porti in scena a teatro – sino a Maggio 2017 – tutta la vibrante estetica del poeta di Marradi con i suoi “Ricordi all’Eliseo”. Che cosa rappresenta per te la bellezza, come si può costruire?
A maggio 2017, al Piccolo Eliseo ne “La più lunga ora”, scritto e diretto da Vinicio Marchioni, interpreterò Sibilla Aleramo, la prima donna poeta italiana, la prima donna che ha pubblicato un romanzo, tradotto in sette lingue; sarà una grande sfida!
La bellezza per me è non costruire, è la naturalezza, è l’esaltazione dell’essenza delle cose, è accettarle e viverle intensamente. Sono molto Kantiana in questo: quando guardi un quadro, se pensi semplicemente che sia bello, senza aggiungere altro, vuol dire che è un’opera d’arte.
Estate: quali sono i colori e gli abiti che prediligi in questa stagione?
Jeans tagliati, canottiera bianca e sopra, avendo la pelle molto delicata, indosso una camicia di mio marito alla quale strappo il colletto.
Se è una cena invece, abito a fiori di seta con zeppe, oppure abito di lino bianco con infradito dorate.
E il tuo outfit da sera preferito?
Cena con amici: vestitino e infradito. Cena romantica: senza vestiti.
Un pregio che ti contraddistingue?
Sono sempre me stessa.
Un difetto?
Sono sempre me stessa, e a volte dovrei essere più diplomatica, ma proprio non ci riesco!
Una canzone che ascolti in questo periodo?
I miei figli sono pazzi di J-Ax e Fedez, in macchina si ascolta a loop “Vorrei ma non posto”; ma sul set del film ho scoperto “Tutto l’universo obbedisce all’amore” di Battiato, la consiglio…Bellissima!
E poi… “Sognami” di Biagio Antonacci, quando lo ascolto ritorno ad essere una liceale!
di Giulia Hansstein