Classe 1997, originaria della Toscana, Martina Iacomelli si sta rapidamente affermando come una delle attrici emergenti più promettenti del panorama italiano. Da partecipazioni in fiction televisive come Don Matteo a ruoli in pellicole cinematografiche di grande calibro, il suo talento sembra essere sulla strada giusta verso il successo. Con la recente vittoria al concorso Young Blood che la porterà all’81° Festival del Cinema di Venezia, il futuro di Martina appare luminoso.
Come è nato il tuo interesse per la recitazione?
Credo di aver sempre avuto dentro di me una spinta verso l’arte, confessa Martina. Però, fino a qualche anno fa, non avevo mai messo veramente a fuoco la recitazione, soprattutto per paura dei pregiudizi. Crescendo in un piccolo paese di mare, mi sentivo distante dalla realtà di Roma e dal mondo del cinema. Ricordo che, quando ero bambina e facevamo catechismo, il prete chiese a tutti cosa volessero fare da grandi e io risposi di voler diventare attrice. Mia mamma se lo ricorda bene, io invece no. È stata una sorta di presagio, ma ho avuto paura di seguirlo. Solo a 21-22 anni ho cominciato a prendere seriamente in considerazione la carriera di attrice, dopo aver passato anni a praticare ginnastica ritmica, danza classica e contemporanea. Mi ero iscritta a Giurisprudenza, ma dopo quattro anni capii che non era la mia strada. Così, dopo l’ingresso alla Scuola di Cinema Immagina di Firenze, che ho frequentato per un anno durante Giurisprudenza, ho tentato l’ingresso alla Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Da lì, la mia carriera è decollata con il ruolo in Don Matteo e tante altre opportunità.
La tua famiglia ti ha sempre sostenuta?
Fin dall’inizio la mia famiglia mi ha appoggiata, soprattutto dal punto di vista economico, e di questo sarò sempre grata. Tuttavia, a livello emotivo, il loro sostegno è arrivato gradualmente. È stata una transizione difficile, ma adesso le cose sono molto più equilibrate.
Hai mai pensato di dedicarti anche al teatro?
Non credo che una cosa escluda l’altra. Al Centro Sperimentale, dove abbiamo fatto tanto teatro, ho avuto modo di scoprire quanto amo il palco. Anche se il mio focus principale è cinema e televisione, mi piacerebbe molto dedicarmi al teatro in futuro, quando la mia carriera sarà più consolidata. Il teatro offre un’esperienza unica e molto diversa dal set, e sarebbe fantastico poter tornare a calcare le tavole del palcoscenico.
Hai iniziato con Don Matteo e poi hai recitato accanto a volti noti come quelli di House of Gucci. Hai qualche aneddoto dal set da condividere?
Lavorare in House of Gucci è stata un’esperienza incredibile, anche se il mio ruolo era piuttosto piccolo. Ricordo un episodio in particolare con Al Pacino. Era un momento speciale: lui, nonostante l’età, continuava a girare la scena con un’energia contagiosa. Era affascinante vedere come un’icona del cinema fosse così vitale e professionale. Inoltre, è stato molto gentile e si è preso il tempo di parlare con noi, il che è stato un grande stimolo. Vedere Al Pacino così vicino mi ha fatto riflettere sul fatto che, alla fine, anche i grandi attori sono persone normali con le stesse emozioni.
Come hai vissuto la recente vittoria al premio Young Blood e cosa ti aspetti dal Festival del Cinema di Venezia?
La vittoria al premio Young Blood è stata una delle emozioni più grandi della mia carriera recente. È stata una conferma del lavoro e degli sforzi che ho messo nel mio percorso, nonostante le difficoltà e i rifiuti che ho affrontato lungo il cammino. La prospettiva di andare al Festival di Venezia e di entrare in contatto con altri professionisti del settore è entusiasmante. Non vedo l’ora di conoscere nuove persone e di costruire relazioni autentiche.
Hai nuovi progetti in cantiere?
Attualmente non ho progetti confermati, ma ci sono delle opportunità in discussione. Per ora i dettagli devono rimanere top secret, ma sono ottimista e spero di poter annunciare qualcosa di concreto presto. L’unico progetto che posso annunciarvi è la nuova serie in uscita a novembre che si chiama “Alex Bravo – Poliziotto a modo suo”, per Mediaset.