Era il 2013 quando il giovane Michele Bravi vinse la settima edizione del talent X Factor. E da allora di strada ne ha fatta, e anche molta. Con oltre un milione di seguaci sul social network più popolare, Instagram, 3 album realizzati in studio, 14 singoli, 2 EP e numerose apparizioni in programmi televisivi, è fresco di presentazione del suo ultimo inedito, Cronaca di un tempo incerto, che conclude l’extended version dell’ultimo album “ La Geografia del buio”.
“Il fatto di vedervi qui presenti oggi é indescrivibile”. Il 21 Ottobre 2021, in occasione della conferenza stampa dedicata al suo nuovo progetto, Michele si racconta e, dopo una breve introduzione, si cimenta in un’anteprima del brano, interpretata con notevole commozione.
Michele, complimenti per il progetto artistico presentato, che è stato molto toccante e profondo. “Cronaca di un tempo incerto” conclude il cerchio di questo viaggio nel buio che coinvolge molte anime d’oggi. Vuol essere solo una constatazione o una riflessione per uscire dall’incertezza, come hai affermato anche tu?
Innanzitutto, vi ringrazio per questo spazio che mi state dedicando. Mi sento lusingato. Questo è un percorso musicale che è partito con “La Geografia del buio”, un disco di dieci canzoni che rifletteva come smettere di cercare la luce, convivere col buio e iniziare ad abitarlo. “Cronaca di un tempo incerto” è una riflessione ancora più ampia del concetto di trauma. Ciò che stiamo vivendo e abbiamo vissuto negli ultimi due anni altro non è che un trauma collettivo. La nostra comunità ha subìto una pausa, un’interruzione improvvisa senza segnali che potessero prevederla. Questo, appunto, altro non è che un trauma; significa accettare il peso dell’incertezza. Dunque, credo molto nel raccontare la cronaca di un tempo incerto e come quell’incertezza debba essere assorbita dall’essere umano per iniziare a costruire qualcosa.
Hai sceneggiato questo cortometraggio entrando in punta di piedi in un’altra forma artistica completamente nuova per te; quella cinematografica. Il cinema è una passione che potrebbe diventare un tuo nuovo campo di battaglia o solo un esperimento spot?
In realtà, oggi speravo di poter iniziare ad anticipare alcuni progetti molto interessanti, alcuni conclusi, altri che sto girando. Purtroppo però non posso ancora dire nulla. Quello che posso anticipare è che in questo momento mi ritengo molto fortunato perché ho la possibilità di conoscere il mondo cinematografico in chiave attoriale, affiancandomi a dei nomi estremamente importanti. Sto imparando dall’esperienza di grandi attori e importanti registi con i quali lavoro e che mi danno ogni giorno molta fiducia. Sono estremamente curioso di vedere la risposta del pubblico e come questi progetti nel tempo possano prendere forma. Quindi, assolutamente sì, sono appassionato anche di cinema.
Hai mai pensato di stare anche dietro la videocamera nel ruolo di regista?
La regia è un ambito che mi interessa molto e ancora maggiormente mi attrae l’ambito della scrittura. Inoltre, il regista deve avere una grande capacità organizzativa e di controllo della sua équipe. Al contrario, io sono una persona molto disordinata e disattenta, quindi non so se come regista potrei effettivamente funzionare. Ciò non toglie che la regia sia un ambito che mi affascina molto. Mi interessa in generale comprendere la geometria del cinema. Mai dire mai; fino a due anni fa ti avrei risposto che come attore mai mi sarei cimentato e invece ora ho cambiato idea. Allo stesso modo per quanto riguarda la regia; dovrei migliorare sull’aspetto organizzativo, ma non escludo nessuna possibilità!
Lo scenario musicale possiamo finalmente dire che stia ripartendo dopo due anni di interruzione causata dalla pandemia. Come hai vissuto questo periodo?
In veste di professionista l’ho passato molto male. Ho assistito al fatto che le istituzioni non abbiano riconosciuto il mio diritto e la mia dignità di lavorare. Quando si parla di me in qualità di artista, si parla allo stesso tempo anche di molti professionisti che vivono insieme a me la loro professionalità. Se io non posso lavorare, anche tante altre persone e famiglie rimangono bloccate. Vedere quanto le istituzioni non abbiamo riconosciuto né la mia dignità né quella di tutti i professionisti dello spettacolo che stanno dietro le quinte, è stato motivo di grande sofferenza. Soprattutto perché non è stato concesso un supporto economico dignitoso. É come se non ci fosse stato riconosciuto il diritto a lavorare e guadagnarsi la vita con il proprio talento. Dunque, spero che questo segnale di ripartenza funga da monito per poter iniziare a guardare al mondo della cultura con un’ottica differente.
Hai collaborato con molti artisti negli anni, tra cui Sophie and the Giants, reduce dal grande successo “Falene”. Come scegli i tuoi compagni di viaggio?
Con Sophie inizialmente c’è stato un avvicinamento per una grande stima professionale che provavo nei suoi confronti. Dopo esserci scoperti così simili umanamente, è nata la canzone. Ogni volta che ho collaborato con qualcuno è stato un modo per suggellare un legame umano che si era creato precedentemente. Mi piace mantenere questa tradizione viva, perché mi ha sempre dato modo di incontrare bellissime persone.
A chiusura di questo percorso ti prenderai una pausa o sei già operativo su nuovi progetti? Se sì, che cosa bolle in pentola?
Mi piace tantissimo lavorare, io e la mia équipe siamo stati fermi per moltissimo tempo, anche per ragioni che non dipendevano da noi, quindi in questo momento voglio esserci più che mai. Attualmente sto concludendo dei progetti cinematografici e continuo a scrivere. Vi sono un insieme di cose che procedono passo per passo. Per ora, ci tenevo a terminare questo progetto, ma a breve si apriranno anche altri capitoli e altre storie.
Un ringraziamento speciale a Michele Bravi che con la sua disponibilità ci ha reso possibile comprendere a pieno il suo progetto e i pensieri di un artista.
di Angelica Pria