Talento innato, ambizione e fatica, sono solo alcuni degli aspetti più importanti per avere successo nello spettacolo. Riccardo Sinisi ci è riuscito. In scena al Teatro Nazionale con il leggendario musical Footloose, il nostro giovane prodigio si racconta a Gilt, in un’intervista ricca di curiosità e riflessioni. Grazie Riccardo!
Caro Riccardo, ti troviamo al Teatro Nazionale nei panni di Ren McCorman. Tanto lavoro, tanta fatica, ma anche tanta soddisfazione. Ci racconti che sensazioni ti dà essere sul palco con questo Musical straordinario?
Essere sul palco, su questo palco, in questo ruolo, per me è davvero una grande emozione, un sogno che si realizza. Ogni sera quando inizia lo spettacolo, sento un brivido e ringrazio la vita che mi ha permesso di vivere queste emozioni. Le responsabilità di interpretare un ruolo così iconografico sono molte, il peso di uno spettacolo sulle spalle, ma alla fine quando tutto il pubblico salta e danza con te, ti accorgi che sei la persona più felice del mondo.
Esperienza umana e professionale: quanto conta la sinergia con un cast così esplosivo?
Conta tantissimo. Devo dire che nella mia esperienza professionale ho sempre trovato ottimi cast, ma con questo in particolare mi sento fortunato; tutti artisti di grandissimo talento e di profonda umanità. Sento di poter imparare qualcosa da ognuno di loro, e con la mia partner, Beatrice Baldaccini, è pura alchimia!
Il lavoro sul palco è davvero intenso, talvolta molto duro. Cosa fai per distrarti e rilassarti?
Lo spettacolo è molto intenso e assorbe gran parte di mente e corpo; nei momenti liberi amo andare in palestra, leggere un libro, o semplicemente passare del tempo in coppia e con gli amici; ma soprattutto, non c’è niente di meglio che una bella lezione e di danza per svagare la mente!
Come e quando è nata la tua passione per il teatro e per lo spettacolo?
Questa passione nasce fin da quando ero bambino, ma è a quattordici anni, durante una vacanza studio a Londra, che mi sono innamorato di questo mondo fantastico che è il musical. È successo che ci portarono a vedere West Side Story e in quel momento è cambiata la mia vita: al ritorno in Italia ho obbligato i miei genitori ad iscrivermi a tutti i corsi di canto e danza della città!
Ti piace la moda? Hai dei riferimenti?
Mi piace tanto la moda, ma devo dire che non seguo molto le tendenze; amo avere uno stile mio, non sono per le cose troppo appariscenti, sono amante della semplicità. Nella quotidianità vesto casual, e nelle occasioni più particolari mi concentro sui dettagli.
Un “pro” e un “contro” del tuo mestiere
Questa è una bella domanda. Di “pro” ce ne sono duemila, e di “contro” forse ancora di più, ad esempio che questo è un lavoro senza sicurezze, molto competitivo e bisogna investire costantemente per essere all’altezza del mercato; come pro invece, l’emozione di stare su quel palco, che ripaga in men che non si dica tutti i sacrifici.
Tre film: uno per piangere, uno per ridere e uno per sognare
Tre film…dunque, “La teoria del tutto” per piangere, “Nessuno mi può giudicare” per ridere, ed infine “Harry Potter” per sognare.
Una cosa che non sopporti delle persone
La poca sincerità, nella mia vita ho bisogno di persone vere, non sopporto affatto i doppiogiochisti.
Un piatto che ami
Amo la pizza, rigorosamente col sugo e con qualche formaggio.
Un personaggio del mondo dello Spettacolo che ti rappresenta
Non c’è un personaggio che mi rappresenta, cerco di trarre ispirazione dai grandi artisti di cinema e teatro, e quando posso di rubare un po’ della loro esperienza per farla mia.
di Giulia Hansstein