Chi si cela dietro lo pseudonimo Mr. Brainwash? Questa è la storia di Thierry Guetta, un eccentrico proprietario di un negozio vintage a Los Angeles la cui vita cambia dopo l’incontro con l’uomo che fa perdere la testa a qualsiasi appassionato d’arte: Banksy. Ora è un street-artist di fama internazionale. Grazie alla galleria Deodato Arte che rappresenta la sua immagine in esclusiva, Gilt Magazine ha avuto il piacere di intervistarlo. In questa conversazione con Thierry scopriamo le sue idee sull’arte, la vita, la carriera.
Perché hai scelto “Mr. Brainwash” come pseudonimo?
Quando ho iniziato la mia carriera artistica sapevo che dovevo trovarmi uno pseudonimo. Così mi sono seduto e mi è venuto in mente Brainwash (lavaggio del cervello) perché volevo essere portatore di positività, colori, vita. Il mio obiettivo era influenzare le persone, fare loro un vero e proprio lavaggio di cervello per convincerli che tutto è possibile, che chiunque può cambiare e che l’amore è sempre la risposta. Ho iniziato a firmarmi MBW, lo scrivevo ovunque e la gente iniziava a riconoscermi per questo.
Sei diventato uno street-artist di fama mondiale, ma raccontaci qualcosa della tua precedente carriera.
Sono sempre stato mosso da una passione immensa per la vita. Qualsiasi cosa che ho fatto in passato mi ha fatto diventare quello che sono adesso; è come piantare un seme e non sapere che albero nascerà. Ma nonostante questo, mi sento soltanto all’inizio. C’è ancora tanto lavoro da fare, sono al riscaldamento! Penso che il 2021 sia il mio anno. La mia forza è alzarmi ogni mattina motivato dalla passione. Ogni singolo giorno è una nuova vita per me, una nuova opportunità di rinascita e cambiamento. Bisogna essere grati ogni giorno e amare sempre quello che si fa.
Exit through the gift shop ha mostrato al mondo la tua ossessione di riprendere ogni cosa che ti circonda. C’è una ragione per cui fai tutto questo?
La vita è meravigliosa e io non voglio smettere di registrarla! Il motivo per cui non smetto mai di filmare è perché ogni giorno della mia esistenza è segnato da un qualcosa di magico che voglio catturare. Quando registro è come se stessi dipingendo un quadro che durerà per molto, molto tempo. Filmare ti consente di catturare il suono, le immagini…è tutto incredibile. È come un progetto artistico per me che non so perché lo faccio, ma continuo a farlo sapendo che un giorno tutto avrà un senso. I miei filmati sono come il vino, più invecchiano più diventano preziosi. Chi può saperlo, magari un giorno qualcuno guarderà i miei filmati e deciderà di usarli per fare un documentario sulla mia vita…
La tua amicizia con Banksy è stata la forza propulsiva per iniziare la tua carriera. In che modo ti ha influenzato?
Banksy ha illuminato la mia vita. Insieme abbiamo fatto tantissime cose, tra cui creare un film. Tra di noi c’è un’amicizia onesta fondata su un rispetto forte e reale.
Ti saresti mai aspettato di arrivare dove sei adesso?
Nessuno se lo aspetta mai. Anche se dove sono non è abbastanza, mi sento di essere appena all’inizio. Riconosco di aver raggiunto obiettivi importanti, ma nella mia testa c’è soltanto una domanda: “dove voglio andare?” La risposta sarà una storia incredibile. La vita è come una partita a scacchi, io non so giocare ma partecipo lo stesso. Ogni mattina mi alzo e faccio cose che mi permettono di rendere ogni cosa che sogno la realtà, non mi serve dormire per sognare, lo faccio da sveglio.
Il tuo tratto distintivo è alterare immagini della cultura pop e della storia dell’arte. Immagino tu sia entusiasta della tua figura da artista irriverente che vuole lasciare un segno; ma qual è la tua concezione d’arte?
La mia definizione di arte è: realizzare tutto ciò in cui credi e per il quale provi delle emozioni. Quando realizzo un’opera, non sto banalmente facendo qualcosa, sto esprimendo quello in cui credo. Tutti i personaggi di successo, da Picasso a Monet, sono persone come noi. L’unica differenza è che provano una forte passione per quello che fanno. Fanno ciò che amano e amano ciò che fanno, questo li rende degli idoli agli occhi delle persone. Quando credi veramente in qualcosa, finisci per farlo credere anche agli altri. Guarda Van Gogh, lui dipingeva più di quanto mangiava, ci credeva così tanto in quello che faceva che ha continuato nonostante non abbia mai venduto neanche un quadro in tutta la sua vita. Oggi lui è diventato Van Gogh…il tempo rivela sempre tutto, chi può dirlo cosa succederà. Il messaggio che vorrei lanciare alle persone è: non smettete mai di sognare, fate in modo che tutto ciò che desiderate diventi realtà. La vita è meravigliosa.
Hai dichiarato che “chiunque può essere un artista”. Quindi, qual è il segreto per diventare un artista riconosciuto?
Chiunque può essere un artista. Un business man si siede ogni mattina sulla sua poltrona e diventa un artista nel maneggiare i numeri. Così come uno scrittore nel mettere insieme delle parole. Tutti abbiamo la libertà di diventare chi vogliamo; in fondo siamo tutti diversi ma profondamente uguali. Prendi per esempio un’opera d’arte: quando la guardi non capisci le caratteristiche della persona che l’ha prodotta, non sai nulla. Quando ci esprimiamo in modo artistico siamo tutti quanti uguali. Ciò che conta di più è l’arte e la mente delle persone. Se fai le cose con il cuore farai sicuramente successo. Ogni persona è un piccolo regalo per il mondo, dovremmo tutti iniziare a concepirci in questo modo. Ma soprattutto, ogni giorno è una vita nuova. Ricevo ancora messaggi di persone che, dopo 11 anni dall’uscita, mi dicono che il mio documentario gli ha cambiato la vita. Io non amo riguardarlo perché sono un giudice severo con me stesso, ma sono realmente felice che le persone provino questo. Tutto quello che voglio fare è creare per condividere, influenzare le persone con messaggi di amore e speranza.
Perché la street-art ha raggiunto questa popolarità negli ultimi anni?
É una forma d’arte che illumina la nostra vita, qualcosa che vediamo ogni giorno quando usciamo di casa senza neanche volerlo. Ci sono persone che lo fanno illegalmente, altre legalmente, ma è parte degli anni 2000. Come la pop art negli anni ‘70 o l’arte contemporanea, oppure gli impressionisti prima e i disegni sulle pietre. È arte, che suscita emozioni e ricordi. Non importa da dove provenga o da chi, non c’è una regola. Io la concepisco come libertà di espressione: ognuno comunica in modo diverso, è come se tu guardassi l’opera d’arte e lei guardasse te. Io concepisco artistico tutto quello che mi circonda: quando vengo in Italia vedo le macchine, i palazzi, persino l’immondizia arte. Tutto è arte perché è qualcosa di diverso da me. Penso che il mondo oggi sia più aperto all’arte perché le persone hanno iniziato ad aprire maggiormente il loro cuore. E si sa, l’arte non la si vede con gli occhi, ma con il cuore.
Un ringraziamento speciale a Mr. Brainwash, augurandogli il meglio per tutti i suoi progetti futuri!
di Martina Tronconi