La giovane attrice Giorgia Sinicorni andrà in scena presso il teatro Franco Parenti di Milano con lo spettacolo “Come sposare un miliardario”, opera ideata e interpretata a Parigi qualche anno fa dall’autrice/attrice Audrey Vernon e che Giorgia ha voluto riprodurre nel nostro Bel Paese.
La protagonista offre preziosi consigli su come accalappiare un uomo ricco, affrontando con pungente stampo ironico una tematica profondamente attuale e dal respiro globale.
In questa piacevole chiacchierata, Giorgia ci racconta opinioni e considerazioni a riguardo.
Il tuo panorama professionale spazia tra cinema, televisione e teatro: sei un’attrice a tutto tondo in terra francese e italiana. Quale fra le tre dimensioni senti più tua?
Questi elementi, che io considero semplicemente due perché vi è una forte similitudine tra cinema e televisione, per me sono sempre stati complementari: ogni volta che mi dedico a uno di essi poi ritorno all’altro e cerco di compensare. Ma nello specifico, la mia carriera è nata a partire dagli insegnamenti dei maestri di teatro: li considero come la mia prima impronta in questo grande mondo.
Al giorno d’oggi, a tuo parere, per una donna che vive in una metropoli dall’alto tenore di vita come Milano, ritieni possa considerarsi un elemento predominante volersi sposare con un uomo economicamente potente? Viene attualmente considerata come valida scelta di vita?
Allora, è una domanda molto delicata. No, ossia non è la scelta che ho preso io nella vita e non auguro a nessuno di farlo. Ad essere onesti, se osserviamo le diverse dinamiche sociali, vi è un maschilismo ancora percepibile nonostante gli enormi passi avanti che sono stati fatti. Penso, però, che proprio per questo motivo dovrebbe essere data maggiore rilevanza a quel tipo di discriminazione per cui sembra essere normale che una donna venga pagata meno di un uomo. L’opera si pone come una provocazione rispetto alla scelta di considerare il matrimonio con un miliardario una buona opzione dopo una carrellata di tentativi per realizzarsi nella propria vita.
Svestendo i panni del tuo personaggio, la vera Giorgia che tipo di consigli darebbe alle nostre lettrici per identificare l’uomo giusto?
Mia nonna mi diceva: “L’importante è che sia ricco!” [ride, ndr]. Ma questo ci fa riflettere: è una sorta di messaggio subliminale che riceviamo costantemente e che porta una donna a ritrovarsi a pensare: “Se trovo un uomo ricco, ho risolto i miei problemi”. Io però sostengo il contrario: scegliete una persona che sia generosa, che vi sostenga e vi faccia fiorire. Credo anche che attualmente gli uomini siano in una posizione di grande difficoltà perché se da un lato vi è il femminismo – tanto coraggioso quanto determinante – dall’altro non vi è una sorta di ‘maschilismo positivo’ in cui possano rispecchiarsi. A me piace molto l’idea – prendo in prestito l’espressione – dell’Uomo Femminista: l’uomo che sostiene una donna nel farla diventare la migliore versione di se stessa. Si è sempre detto che dietro a un grande uomo c’è una grande donna, sarebbe anche bello che dietro a una grande donna ci fosse un grande uomo.
Giunta a Parigi, cosa ti ha colpita maggiormente dell’autrice Audrey Vernon e della sua opera teatrale per poi riprodurla in Italia?
Ho assistito alla sua interpretazione a teatro e mi ha colpita subito, soprattutto perché si tratta di uno spettacolo che con ironia racconta situazioni tanto delicate quanto controverse e ben ancorate alla nostra realtà odierna. Non è satira accanita e nemmeno una commedia frivola, è uno spettacolo intelligente: Audrey ha creato un’opera che parla a tutti universalmente e che crea un senso di unione rispetto a qualcosa che sta accadendo intorno a noi e di cui siamo consapevoli, anche se fino a un certo punto.
Avendo vissuto e lavorato sia in Italia che in Francia, trovi che vi siano alcune somiglianze/corrispondenze nell’ottica della tematica che l’opera mette in scena?
Sì, in Italia vi è un numero più elevato di miliardari meno potenti singolarmente rispetto che in Francia, in cui ve n’è una minore quantità ma con maggiore capacità economica individuale. La situazione è diversa perché rispecchia la differente politica interna dei due Paesi: noi ci nutriamo di scandali e satira nei confronti dei nostri idoli, dall’altra parte, al contrario, mantengono un’aurea glamour e affascinante. Infatti, riproducendo l’opera in Italia ho dovuto ben studiare le specificità e il linguaggio da utilizzare per non scadere in pura satira; devo ammettere che mi ha divertito moltissimo anche per il fatto che si tratta di uno spettacolo nel quale il pubblico è essenziale, io recito con lui.
Ringraziamo affettuosamente Giorgia Sinicorni per la gentilezza e le auguriamo un grande in bocca al lupo!
di Sara Olmo