L’arte orafa profuma di Mediterraneo – Il maestro Gerardo Sacco

Gerardo Sacco è un maestro orafo italiano. La sua storia inizia in Calabria, passa dal Piemonte, supera i confini nazionali, fino a consolidarsi ancora nel Sud d’Italia. “In Calabria sono nato e in Calabria ho deciso di restare nonostante le tante difficoltà”, racconta l’artista, “e sono orgoglioso di aver creato, insieme ai miei tre figli, un’azienda sana conosciuta oggi in tutta Italia e non solo. E ne sono orgoglioso soprattutto perché credo di aver dimostrato che anche qui da noi è possibile creare e portare avanti progetti sani e positivi”.

Il successo del brand è legato all’originale intuizione del maestro di riproporre le antiche tecniche di lavorazione dell’oro e dell’argento in chiave contemporanea, con un’intelligente scelta di mercato che ha saputo coniugare la grande distribuzione all’abile lavorazione artigianale. Insomma, come Sacco stesso spiega, il segreto del suo successo è una mezcla di “tanta curiosità, impegno, onestà ed un pizzico di pazzia nell’osare”.

Ogni singola creazione di Sacco si rende unica per la personalità e la ricercatezza, attraverso un amalgama di elementi che vanno dal patrimonio storico-artistico della Magna Grecia alla tradizione cattolica e pagana del Sud. “Da sempre fonte d’ispirazione delle mie creazioni sono la storia, l’arte e la cultura del Mediterraneo”, spiega il maestro, “con i suoi miti e le sue leggende. Attraverso l’arte contadina cerco di rendere attuali gli utensili di una cultura ricca di tradizioni da preservare”.

Un campionario originalissimo di arberesche, cammei e coralli, perle e pietre preziose, “Croci di Polsi – le croci uncinate della Calabria ortodossa – e minuscoli Pupi siciliani – riproposti in ciondoli per abbellire collane e braccialetti. L’effetto finale è un vorticoso crogiolo tra passato e presente, di gusto e bellezza.

Un gioiello Sacco è un gioiello mai banale e pensato per impreziosire donne di carattere. Attrici di fama internazionale, da Liz Taylor a Isabella Rossellini, da Elena Sofia Ricci a Monica Bellucci a Maria Grazia Cucinotta, hanno scelto e scelgono di indossare i gioielli dell’orafo calabrese nella vita di tutti i giorni e nelle occasioni importanti. Testimonial d’eccezione, dunque, anche se per il maestro le migliori “sono le tante donne che da sempre acquistano i miei gioielli e ne esaltano la preziosità grazie alle loro molteplici sfumature fisiche e caratteriali.”

Indossare un gioiello dell’artista calabrese è, in verità, un’esperienza indimenticabile. Gli orecchini della linea “Paste vitree”, ad esempio, attraverso la rifrazione della luce illuminano il viso della donna e le restituiscono una naturale eleganza che la rende interprete di un passato nobile e profondo. Di questo stesso passato, la “Croce di Polsi” è forse il simbolo più importante, quello che Sacco ama di più: “Sono personalmente legato al Santuario di Polsi e un po’ a tutta la Locride, terra da sempre martoriata dalla presenza della ‘ndrangheta – sottolinea l’orafo – ma capace soprattutto attraverso la sua forza e la sua spiritualità di presentare un volto diverso della Calabria. Un volto fatto di sacro e di lavoro onesto. Da qui la volontà di rendere preziosa una croce agli occhi di tutti, povera nella materia, ma ricchissima nello spirito”. La croce dell’antico monastero alle pendici dell’Aspromonte è come una mappa che ridisegna le linee spazio temporali: la rappresentazione di un passato in cui prima la Magna Grecia e poi la Calabria furono la cerniera tra Oriente e Occidente; ma anche paradigma di un presente che si fa interprete di un mondo in continuo divenire, e di un melting pot – in questo caso – luminosissimo come un gioiello di Gerardo Sacco.

(di Rosa Gioffrè)

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.