A Kind of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema

La mostra “A Kind of Language” esplora il ruolo degli storyboard nel cinema con oltre 800 materiali esposti all'Osservatorio Fondazione Prada

a cura della Redazione

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Dal 30 gennaio all’8 settembre 2025, Fondazione Prada ospita presso l’Osservatorio di Galleria Vittorio Emanuele II la mostra “A Kind of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema”. Curata da Melissa Harris, l’esposizione esplora il processo creativo che precede la realizzazione di un film, concentrandosi su storyboard, moodboard, schizzi, scrapbook, sceneggiature annotate e fotografie.

Dai primi bozzetti di Méliès agli storyboard di Miyazaki

Con oltre ottocento elementi in mostra, realizzati da più di cinquanta autori dal XX secolo a oggi, la rassegna si propone di mettere in luce l’importanza dello storyboard nella costruzione dell’immaginario cinematografico. Tra i pionieri di questo linguaggio visivo spicca Georges Méliès, che già nei primi anni del Novecento usava disegni preparatori dettagliati per film come Viaggio nella Luna (1902). Con lo sviluppo dell’animazione negli anni Trenta, studi come i Fleischer Studios e la Walt Disney Productions iniziarono a commissionare storyboard per film come Fantasia (1940), Pinocchio e Biancaneve e i sette nani.

Nel corso del tempo, lo storyboard è diventato uno strumento fondamentale non solo nell’animazione, ma anche nel cinema live-action. La mostra include esempi di preparazione visiva per film di registi come Hayao Miyazaki, Wim Wenders, Ingmar Bergman, Todd Haynes e Sofia Coppola.

Uno spazio espositivo ispirato alla creatività degli artisti

L’allestimento, progettato da Andrea Faraguna dello studio Sub di Berlino, è concepito per immergere il visitatore nel processo creativo degli storyboard artist. I tavoli espositivi richiamano le scrivanie da disegno e sono disposti in modo da evocare la sequenzialità di una pellicola cinematografica. Un gioco prospettico tra gli elementi sospesi e la cupola della Galleria Vittorio Emanuele II contribuisce a creare un’esperienza immersiva, sottolineando il legame tra spazio espositivo e narrazione visiva.

Linguaggi visivi tra cinema, arte e tecnologia

La mostra analizza l’uso dello storyboard in diversi contesti cinematografici: dalla definizione dello spazio scenico, come nelle ambientazioni de I dieci comandamenti (1956) o del mai realizzato Dune di Alejandro Jodorowsky, alla costruzione dei personaggi, come in Mamma Roma (1962) di Pier Paolo Pasolini o I’m Not There (2007) di Todd Haynes.

Negli ultimi anni, lo storyboard si è evoluto in una forma artistica a sé stante, come dimostrano i disegni di Satyajit Ray per Pather Panchali (1955) o le sperimentazioni di Jean-Luc Godard, che nei suoi ultimi lavori ha trasformato gli storyboard in un linguaggio cinematografico autonomo.

Un viaggio attraverso il cinema a Fondazione Prada

In concomitanza con la mostra, il Cinema Godard di Fondazione Prada dedicherà una parte della sua programmazione a una selezione di film presentati nell’esposizione. Tra i titoli in calendario figurano Il giardino delle vergini suicide(1999) di Sofia Coppola, Grand Budapest Hotel (2014) di Wes Anderson, Toro scatenato (1980) di Martin Scorsese e Il ragazzo e l’airone (2023) di Hayao Miyazaki.

L’esposizione sarà accompagnata da una pubblicazione illustrata della serie Quaderni, con un testo della curatrice Melissa Harris e un saggio visivo dello studio Sub. Dopo Milano, A Kind of Language proseguirà il suo percorso espositivo a Shanghai, presso Prada Rong Zhai, dal 4 novembre 2025 al 2 febbraio 2026, confermando il valore universale della narrazione visiva nel cinema e oltre.

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