A Milano la mostra "Memos. A proposito della moda in questo millennio"

Memos

“Memos. A proposito della moda in questo millennio” a Milano

In occasione della Fashion Week 2020 è stata inaugurata la mostra “Memos. A proposito della moda in questo millennio” realizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana con il supporto del Ministro degli Affari Esteri e con il Comune di Milano. La mostra è stata ideata e curata da Maria Luisa Frisa in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli di Milano, ed è aperta dal 21 Febbraio al 4 Maggio 2020.

Concezione della mostra Memos

La mostra è concepita come un quaderno di appunti, come una sequenza di immagini e pensieri disordinati che vengono ricomposti in un progetto visuale. È curata dalle studiose Maria Luisa Frisa e Judith Clark, e tratta di una conversazione sull’estetica contemporanea resa sotto forma di esposizione visuale, in cui gli abiti accompagnano una riflessione antropologico-sociale sull’industria della moda.
Si sviluppa a partire dalle lezioni americane di Italo Calvino scritte nel 1985. L’autore, infatti, avrebbe dovuto tenere delle lezioni presso l’Università di Harvard nell’ambito delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Queste lezioni americane sono ancora oggi molto attuali, in quanto descrivono il mondo della moda sotto una luce diversa e all’interno di un contesto culturale molto ampio. La mostra vuole così scaturire una serie di riflessioni sulla moda contemporanea e riflettere sulle sue trasformazioni partendo proprio da quelle lettere. Inoltre, “Memos. A proposito della Moda in Italia”, richiama anche le note dattiloscritte da Diana Vreeland ai tempi della sua direzione di Vogue America.

Percorso espositivo e selezione di riviste

La mostra è stata allestita all’interno del Museo Poldi Pezzoli: ovvero la casa-museo di via Manzoni nel cuore di Milano, in cui è possibile visitare una selezione di riviste che fanno parte della storia della moda. Oltre a ciò, le riviste contribuiscono ad articolare il percorso espositivo in una sequenza memos che include anche abiti di: Demna Gvasalia per Balenciaga, Riccardo Tisci per Burberry, Karl Lagerfeld per Chanel, Gabriele Colangelo, Maria Grazia Chiuri per Dior, Fausto Puglisi, Silvia Venturini Fendi per Fendi, Giambattista Valli, Giorgio Armani, Alessandro Michele per Gucci, Maison Martin Margiela, Maria Sole Ferragamo, Moschino, Msgm, Prada, Pier Paolo Piccioli per Valentino e molti altri.
Il potere narrativo si articola quindi anche nell’abbigliamento, con capi dalle frasi femministe di Maria Grazia Chiuri sulle t-shirt Dior, dal minimalismo geometrico di Prada. Tutti elementi che si sviluppano e si tramutano in promemoria del tempo che passa, testimoniando un percorso creativo tangibile. Si tratta quindi di un’opera aperta ed esercizio di ricerca e di progettazione, di scoperta e di invenzione.
 
di Aureliana Santinato

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