L’anticlassicismo artistico e caratteriale di Andy Warhol
Sulle pareti del Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi (Cortina d’Ampezzo, Belluno), dal 7 Dicembre al prossimo 22 Aprile, saranno esposte 140 opere del volto della Pop Art: Andy Warhol. Andrew Warhol Jr. (1928-1987), personaggio così eclettico da risultare quasi indeclinabile, può essere definito simbolo della Pop Art, e nella fattispecie colui che ha trasposto concettualmente i feticci dell’immaginario collettivo americano nei 60’s.
Di origine ucraina e nato in America, Andy Warhol dimostrò subito una forte attitudine artistica che lo indusse a studiare e affermarsi nel mondo pubblicitario, arrivando a lavorare per Vogue e Glamour. Visionario, portò gli scaffali dei supermercati nei musei partendo dal presupposto che l’arte fosse oggetto di consumo, che i prodotti di massa fossero specchio della democrazia sociale: bottiglie di Coca Cola e barattoli di zuppa Campbell’s risemantizzati attraverso la tecnica di ri-presentazione dell’immagine stessa su vasta scala.
Suo fratello (Paul Warhola) non aveva una natura particolarmente artistica e dopo la morte di Andy sfruttò la tecnica di questi per vendere delle stampe ricavate da fotografie; Andy Warhol morì a 58 anni e, in seguito al tragico evento, la quotazione delle sue opere crebbe esponenzialmente al punto da divenire il secondo artista al mondo ad essere ammirato e acquistato dopo Pablo Picasso.
A condurlo alla morte furono delle complicazioni di salute in seguito ad un drammatico episodio avvenuto il 3 Giugno 1968: una femminista radicale, Valerie Solanas, sparò a Andy Warhol e al suo compagno di allora, Mario Amaya. Warhol, sopravvissuto, non volle testimoniare contro la donna e la vicenda passò in secondo piano in seguito all’assassinio di Bob Kennedy, avvenuto nei giorni successivi.
La mostra
La mostra ripercorre tutto il percorso professionale di Andy Warhol presentandone i capolavori relativi ad ogni periodo: dalla coloratissima Liz Taylor (1964), passando per i dipinti dei francobolli (S&H Green Stamps, 1965), fino alla serigrafia a colori di Marilyn Monroe (1967, 1970, 1985). E ancora, le icone dei Brillo Box (1970) e dei primi Flowers (1970, 1074), al tempo esposte come carte da parati presso la prestigiosa galleria di Leo Castelli.
Poi, il Mao, Mick Jagger, dedicato e donato all’attrice Dalila di Lazzaro, i Camouflage. Dal debutto nella commercial art al disinnesco dei canoni estetici su ogni fronte (musica, cinema, arte e moda), il racconto della vita di uomo che con il suo straniante punto di vista ha rivoluzionato i connotati del mondo dell’arte.
Guardando la mostra avrete modo di capire che se “nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per circa 15 minuti”, sarebbe stato bene che per se stesso Andy Warhol avesse rivisto questa approssimazione!
di Selena Celio