Steve McCurry: in mostra il contrasto fluido che non va via
Al Mudec di Milano, dal 16 Dicembre al 31 Marzo, è in mostra Steve McCurry con il suo progetto nato nel 1992: Animals. È in seguito alla Guerra del Golfo che Steve McCurry decide di documentare, attraverso la sua arte fotografica, l’impatto ambientale e faunistico provocato dal conflitto.
Tipico di Steve McCurry, infatti, è l’aspetto ossimorico che caratterizza la base del suo lavoro: quello di ritrarre le categorie più fragili mediante degli scatti ipersaturati, dotati di un gioco di contrasti, per cui la risultante è un urto anelastico con lo spettatore.
Soggetti fragili per contenuti forti; una particolare attenzione per i bambini e i civili che vivono gli orrori di guerra. Dal 1992 ha esteso il confine dei suoi sguardi empatici verso gli animali, che possono essere destinati al lavoro, alla tavola o alla compagnia, a seconda delle necessità dell’uomo.
La mostra, la moltitudine nell’unicità
Unica è la verità, che si corrobora attraverso il variarsi delle condizioni degli esseri viventi: siamo ospiti della Terra. L’uomo non è solo in questo mondo, ma è l’unico ad avere la responsabilità di salvarlo perché quando la natura risponde, scatena la sua forza irreversibile. Il percorso della mostra di Steve McCurry lascia al visitatore piena libertà, sebbene tracci una mappa sulla base di diversi registri emotivi.
La curatrice Biba Giacchetti ha sviscerato questo concetto attraverso un unico affresco contenente una selezione di immagini di archivio del fotografo e che descrive globalmente le diverse condizioni degli animali. Si vedono ritratti di animali in posa simbiotica con i loro padroni, altri in cattività, due topolini bianchi come “testimonial”.
Una sorta di “Libro della Giungla” dove quest’ultima è la metafora del mondo, in cui l’uomo tenta di furoreggiare prima di fare i conti con la flessibilità della natura, tralasciando però la propria flessibilità cognitiva.
di Selena Celio