Un tascabile che ha fatto storia
Il Museo del Novecento rende omaggio ad Artshow, la celebre guida alle mostre di arte contemporanea nata a Milano nella seconda metà degli anni Ottanta. Pubblicata fino al 2011 e ideata da Giulio Ciavoliello, la guida è stata uno strumento essenziale per artisti, galleristi, collezionisti e appassionati, accompagnando per oltre vent’anni le trasformazioni del panorama culturale italiano. In mostra, copertine d’epoca, numeri storici e materiali editoriali raccontano l’evoluzione di un progetto che ha saputo fondere semplicità e rigore, diventando presto indispensabile.
Una guida, una comunità
Artshow non era solo un’agenda d’arte: era un passaporto per l’accesso a un mondo in fermento. Con il suo formato tascabile e un linguaggio asciutto e privo di commento, elencava mostre, inaugurazioni e personali, fornendo una visione capillare e democratica dell’offerta artistica. Visitare una mostra il giorno dell’apertura, grazie alla guida, significava poter accedere gratuitamente, conoscere gli artisti, stringere relazioni e condividere riflessioni. Un’esperienza concreta di comunità artistica, in cui la guida diventava complice e catalizzatore di scoperte.
Un’eredità per la città
La mostra “Artshow (1986–2011). La guida per orientarsi nel mondo dell’arte” inaugura un nuovo capitolo per il Museo del Novecento: lo spazio degli Archivi al quarto piano, dedicato al racconto del tessuto artistico milanese attraverso la voce dei suoi protagonisti. Le pubblicazioni di Artshow Edizioni entreranno a far parte dell’archivio del contemporaneo, istituito e custodito dal museo per valorizzare la memoria del sistema artistico cittadino. Un tributo doveroso a una pubblicazione che ha fatto da ponte tra arte e pubblico.
Un protagonista dietro le quinte
Alla guida del progetto, Giulio Ciavoliello, fondatore e direttore di Artshow, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera e autore di saggi e mostre. Il suo ultimo libro, Fuori dal coro (Marinotti Edizioni, 2023), conferma il suo impegno critico e indipendente nella lettura dell’arte al di là degli schemi e delle mode.