In un tempo dove ci è possibile viaggiare solo con la mente, la mostra fotografica “Blooming Japan” ci regala l’esperienza di un mondo lontano, trasportandoci tra i paesaggi giapponesi della fine dell’800, dove fiori e giardini davano vita a un universo esotico unico nel suo genere.
Dal 13 aprile al 29 maggio 2021, 29 Arts in Progress Gallery di Milano presenta, in collaborazione con il Museo della Culture di Lugano (MUSEC), la mostra fotografica “Blooming Japan”, curata da Moira Luraschi. La mostra riunisce una raffinata selezione di trenta opere, tra fotografie giapponesi all’albumina dipinte a mano e collotipie risalenti al periodo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
Le fotografie esposte sono eccellenti esempi della cosiddetta Scuola di Yokohama. Nata in Giappone nella seconda metà dell’Ottocento, ha origine dall’incontro fra la tecnica fotografica occidentale e la maestria secolare dei pittori locali, abilissimi nell’applicare il colore anche sulle superfici più piccole. Fotografie che non hanno eguali nel mondo per la raffinatezza della ricerca compositiva e la finissima colorazione delle immagini.
Un omaggio alla bellezza della primavera
Protagonista assoluta dell’esposizione è la natura e, naturalmente, la primavera, che della natura rappresenta il risveglio e il fiorire. La sua rappresentazione fotografica è volta a omaggiare tanto la bellezza effimera dei fiori quanto quella della vita, in un’ode al presente e all’eterno alternarsi tra morte e rinascita. Secondo la cultura giapponese, se i giardini sono correlati alla dimensione dello spazio, in quanto ricostruzione di un cosmo in miniatura, il concetto di “fiore” è inteso come fluire del tempo, percepito nei suoi minimi cambiamenti. L’alternarsi delle fioriture diventa emblema di una visione del tempo ciclica, tipica dell’Estremo Oriente e della filosofia buddhista.
Le fotografie e i soggetti rappresentati testimoniano, anche attraverso i minimi particolari, la visione di una cultura caratterizzata dalla ricerca di una delicata quanto estrema armonia tra gli elementi. I paesaggi, gli edifici, gli interni, le scene di vita quotidiana, i ritratti di uomini e donne, persino i rami degli alberi e i fiori, danno il senso di un mondo sospeso in un’affabile aura di perfezione, in un universo affascinante e fragile al contempo, destinato a scomparire con l’arrivo del XX secolo.
I maestri della tecnica
In mostra vi sono opere di alcuni grandi nomi della fotografia di Yokohama, come il vicentino Adolfo Farsari e i giapponesi Kusakabe Kimbei, Esaki Reij e Ogawa Kazumasa. Quest’ultimo è stato il fondatore della prima azienda giapponese di collotipia, tecnica di stampa artigianale. Per le caratteristiche di tale processo di stampa, i fiori di Ogawa Kazumasa oltrepassano i codici consueti della rappresentazione ottocentesca della natura, per porsi deliberatamente sulla sottile linea di confine che separa la fotografia dalle arti grafiche e pittoriche.
di Alessia Costi