Simbologie che mettono in discussione il sistema
Dopo dieci anni di assenza, Maurizio Cattelan torna a esporre a Milano con la personale Breath Ghosts Blind negli spazi di Pirelli Hangar Bicocca. Fra i volti più noti dell’arte contemporanea, Cattelan da sempre lavora su temi che coinvolgono la collettività, spingendo verso una riflessione e un dialogo comuni. Questioni sociali, politiche, umane, che arrivano a toccare domande esistenziali sulla vita e la morte.
È così che Breath Ghosts Blind nasce come una mostra di sole tre opere che vogliono raccontare i tre momenti principali in cui è scandita la vita umana. L’esposizione segue uno storytelling ascendente che porta lo spettatore, man mano che si addentra negli spazi dell’Hangar Bicocca, ad alzare sempre di più lo sguardo.
A cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí, il racconto segue una suddivisione drammaturgica in tre atti, come una pièce teatrale. La ripetizione del numero tre eleva l’interpretazione a un universo simbolico, riecheggiato anche nelle opere che prendono la forma di simbologie riconosciute e condivise, che Cattelan utilizza come capro espiatorio per mettere in discussione il sistema di valori attuali.
La mostra: il percorso e le opere
I tre ambienti in cui si sviluppa la mostra sono la Piazza, le Navate e il Cubo, ciascuno dedicato a una sola, eloquente opera. Per questo il viaggio del visitatore risulta come una lenta processione negli enormi e bui spazi dell’Hangar.
Apre il percorso Breath (2021), una scultura marmorea che rappresenta un uomo accovacciato a terra in posizione fetale. Di fronte a lui c’è un cane, posto allo stesso modo. Per la prima volta la figura animale e quella umana sono accostate in un’opera di Cattelan, che proprio sul loro confronto vuole riflettere. Il titolo “Breath” indica ciò che essi condividono, il respiro, che è anche il primo segno inconscio di vita.
La buia Navata dell’Hangar è di per sé uno spazio inquietante da attraversare, specialmente ora, con la presenza di Ghosts (2021). Opera nata dalla riproposizione dell’installazione di Cattelan per la Biennale di Venezia del 1997 nel Padiglione Italia, Ghosts è un insieme di centinaia di sagome di piccioni poste sul carroponte lungo tutte le navate dell’Hangar. L’artista gioca qui su un capovolgimento della percezione da parte dello spettatore, che rimane disorientato dal ribaltamento spaziale interno-esterno.
Si arriva infine al Cubo, dove inevitabilmente bisogna alzare lo sguardo per osservare la monumentale installazione che è Blind (2021). Forse l’opera concettualmente più immediata, Blind è un memoriale dell’iconografia destabilizzante. Riflette sulla storia e sulla morte, appropriandosi dell’immaginario della serie di eventi fatidici dell’11 settembre 2001. Partendo da un evento drammatico, Maurizio Cattelan riflette sulla violenza della storia più recente e vicina a lui, trasformando un momento tragico in terreno di incontro.
Dalle parole del curatore
Come rimarca anche Vincente Todolí, Direttore Artistico di Pirelli Hangar Bicocca e co-curatore della mostra: “Il lavoro di Maurizio Cattelan trasforma una storia o un sentimento in un’esperienza visiva e spaziale. Per la mostra in Pirelli Hangar Bicocca l’artista ha tramutato l’intera architettura del museo in una dimensione psicologica: in sintonia con la sequenza e la natura dei tre ambienti espositivi – la Piazza, le Navate, il Cubo – le opere si presentano come i capitoli di un film o gli atti di una pièce teatrale, divenendo un unicum”.
L’esperienza immersiva che offre “Breath Ghosts Blind” attraversa gli aspetti più emozionali e significativi dell’esistenza umana, restituendoli tramite sentimenti opposti come il dolore e l’amore. La mostra è visitabile fino al 20 febbraio 2022.
di Chiara Pellini