Per la prima volta in Italia alle Scuderie del Quirinale
Sguardo corvino, folte sopracciglia, carattere tumultuoso e filosofia comunista. Un disastroso incidente cambiò il corso della sua vita e a bisturi, garze, pinze e punti di sutura si sostituirono pennelli, tele, colori ad olio e acqua ragia.
Il Surrealismo la reclama da sempre e la risposta non ha tardato ad arrivare: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”. Figlia di un fotografo tedesco e di una pittrice messicana, è circondata dall’arte dal momento stesso in cui è venuta al mondo.
Le personali negli Stati Uniti, quelle in Europa, l’amicizia con Trotsky, la copertina di Vogue, la relazione con Tina Modotti, le lezioni ai Los Fridas. Sposa il suo mentore e la loro relazione fatica a non essere burrascosa: fatta di tradimenti, ritorni e un divorzio e un successivo matrimonio, che a tutt’oggi rendono inafferrabile l’amore tra i due.
Protagonista controversa, Frida Kahlo s’inserisce prepotentemente nella corrente, poco nutrita, delle donne che si sono dedicate alle arti e di cui è fiera ambasciatrice.
Fino al 31 di agosto una mostra alle Scuderie del Quirinale – Roma – la celebra con una delle più stimolanti artiste del secolo scorso, con un percorso ben strutturato che mostra una pittrice d’avanguardia: una poetica d’utilizzo del colore per esorcizzare il dolore di un aborto, l’amore per un uomo mitizzato, l’infelicità della malattia, il disprezzo per il suo aspetto, la difficoltà di un paese straniero.
La pittura, nelle sue mani, diventa uno strumento di riflessione per raggiungere un’auto-consapevolezza della sua interiorità, che così spesso è stata messa a dura prova dalla vita.
Helga Prignitz-Poda, curatrice della mostra, porta in scena 130 opere tra dipinti, autoritratti, schizzi, collage, opere di autori coetanei e una vasta collezione di foto in cui l’artista viene ritratta.
Non perdetevi quindi una mostra che porta in scena il grande spettacolo della realtà, perchè come si legge sulla copertina di Vogue del 1939: “Las apariencias engañan”.
di (Diana Pinchi)