Chi non conosce Frida Kahlo? Il suo volto imperfetto, le folte sopracciglia, le corone floreali che gremiscono le sue opere compaiono oggi ricamati su t-shirt o stampati su borse e accessori. Frida è, oramai, un fenomeno pop. Un’artista che porta con sé affascinanti e turbolenti trascorsi: i traumi familiari, la tormentata relazione con Diego Rivera, la poliomielite e la sofferenza dovuta all’impossibilità di diventare madre in seguito ad un incidente in autobus. Ma anche la sua forza, il suo amore per la vita, il suo spirito indipendente, anticonvenzionale, passionale. Ma c’è dell’altro?
Nel corso dei decenni le opere di Frida Kahlo sono state interpretate come specchio della sua travagliata vita e dei suoi tormenti interiori. Se ci si spinge però oltre la biografia, se si superano quelle barriere che la sedimentazione del mito ha costruito per decenni, si scoprono diverse e altrettanto interessanti sfaccettature della sua poetica. Emergono così la sua espressione della sofferenza vitale, la ricerca cosciente dell’Io e l’affermazione della sua “messicanità”.
Questo è il fine che si pone la mostra Frida Kahlo. Oltre il mito, a Milano dal 1 gennaio al 3 giugno presso il Mudec: dar prova di come la poetica di Frida non possa essere appiattita sulla sua vita, né tantomeno sulla sua fama. L’esposizione riunirà in un’unica sede, per la prima volta in Italia, tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, con la partecipazione di autorevoli musei internazionali.
Le opere, in base al tema dominante, sono suddivise in quattro sezioni diverse ma intimamente correlate tra di loro: Donna, Terra, Politica e Dolore. Frida è stata la prima artista a fare del suo corpo un’opera d’arte, a sviluppare il tema della condizione della donna partendo dalla rappresentazione di se stessa. I suoi autoritratti assumono un valore sacrificale e politico: il suo corpo, esibito in modo diretto e violento, gettato sotto gli occhi di tutti, diventa così il simbolo della rivendicazione del ruolo di tutte le donne all’interno della società.
La tematica politica si fonde dunque con la rappresentazione del corpo di Frida Kahlo, che diventa il manifesto della protesta, dell’opposizione, della resistenza sociale, in una lotta profondamente ancorata al presente dell’artista e alla storia del suo paese. Fortissimo è infatti il suo attaccamento alla terra, da intendere sia come “terra d’origine” (il Messico, dunque), sia come “Madre Terra”: il suo interesse per gli elementi della natura, il suo fondersi con l’elemento organico, hanno influenzato generazioni di artiste, e non solo latinoamericane.
Il dolore è il leitmotiv sotteso a tutte le tematiche: lo stile adottato è violento, forte, disturbante. Attraverso la qualità pittorica Frida mette in luce il dolore e il malessere esistenziale, pone lo spettatore di fronte ai suoi stessi timori sprigionando sensazioni di disagio, ansia e timore.
SEDE ESPOSITIVA e DATE
MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56)
Dal 1 febbraio al 3 giugno 2018
ORARI
Lun 14.30 ‐19.30 [Lunedì mattina aperto dalle 10.00 alle 14.30 SOLO per gruppi e scuole su prenotazione con ingresso ogni 15 minuti]
Mar, Mer, Ven 09.30 ‐ 19.30
Gio, Sab 9.30‐22.30
Dom 9.30 –20.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
BIGLIETTI
Intero € 13,00 | Ridotto € 11,00
di Francesca Trivella
(con la collaborazione di Jessica Landoni)