Si chiama “Between Lives” ed è molto più di un’esperienza espositiva: è una riflessione filosofica sul ciclo dell’esistenza, progettata da uno dei più importanti designer contemporanei, Oki Sato, fondatore dello studio Nendo.
Sato ha ricoperto un doppio ruolo — General Producer e General Designer — per quello che è il padiglione più esteso dell’intera esposizione (13.000 mq). Il suo lavoro ha abbracciato ogni fase creativa, dalla narrazione concettuale alla regia del suono, dalla progettazione architettonica fino al contenuto video.
Un ciclo senza inizio né fine
“Between Lives” invita i visitatori a guardare oltre la vita visibile, esplorando lo spazio intermedio tra ciò che è stato e ciò che verrà. Quando una vita — vegetale, animale, umana o persino un oggetto — si esaurisce, parte della sua essenza si trasforma e dà origine a qualcosa di nuovo. Questo concetto, legato alla filosofia ciclica dell’esistenza, è reso tangibile attraverso ambientazioni immersive, giochi di luce, narrazione visiva e atmosfere sonore evocative.
Il padiglione si presenta così come una meditazione architettonica sul senso della continuità, dove le transizioni tra le forme di vita vengono rappresentate attraverso esperienze multisensoriali che coinvolgono, sorprendono e fanno riflettere.
Estetica giapponese, sensibilità globale
In pieno stile nipponico, il progetto bilancia poesia e rigore, unendo minimalismo e significato. L’estetica non è mai fine a sé stessa, ma diventa veicolo di un messaggio profondo: ogni forma di vita ha valore, ogni passaggio ha un senso. Il design accompagna il visitatore in un percorso silenzioso, dove ogni elemento architettonico e ogni suono diventa parte di una narrazione più ampia, senza protagonisti, ma piena di connessioni invisibili.
Una visione in sintonia con il pianeta
L’opera di Oki Sato si inserisce nel dibattito contemporaneo sul rapporto tra uomo e natura, proponendo un linguaggio espositivo che privilegia l’empatia ambientale e il rispetto per la biodiversità. “Between Lives” suggerisce che la vera ricchezza del vivere sta nella comprensione del nostro ruolo all’interno di una rete più grande — un’idea oggi più urgente che mai.