Un’intensa vita di arte, impegni e passioni racchiuse nel Vittoriale degli Italiani
Avere stile è una questione complessa. Sebbene l’apparenza sia assimilabile a un biglietto da visita, per poter dire di avere davvero stile bisogna andare oltre e dare sostanza ad altre caratteristiche che permettono il passaggio da man a gentleman.
La base è la ricercatezza. Ricercatezza nel vestire, nel muoversi, nel trovare la parola adatta e, più in generale, la ricercatezza come modo di vivere. Il movimento culturale che ha simbolizzato questo stile di vita è il dandismo, i cui tratti peculiari sono stati incarnati anche da Gabriele D’Annunzio.
Che piaccia o no, D’Annunzio può essere ricordato per molte cose. L’estro poetico fu pubblicamente noto già nell’adolescenza, quando pubblicò Primo vere, la prima raccolta di poesie. La letteratura, tanto cercata per formarsi e ispirarsi quanto scritta di suo pugno, però è solo uno degli ambiti nei quali emerge la ricercatezza del Vate. I libri di storia immortalano le sue imprese militari, la lingua italiana gli è grata per dei neologismi da lui coniati, ha fornito i testi per diversi componimenti musicali e opere teatrali e anche in ambito pubblicitario non ha mancato di lasciare la sua impronta (dobbiamo a lui i nomi La Rinascente e Saiwa).
La ricercatezza di D’Annunzio abbraccia anche i piaceri della vita. Dal fuoco delle sue passioni amorose – la più nota è certamente l’attrice Eleonora Duse – alla buona cucina, fino al superfluo. Di lui stesso disse: “ Io sono un animale di lusso; e il superfluo m’è necessario come il respiro”.
Il suo stile è tutto questo. Per conoscerlo e incontrarlo si può sfogliare un suo libro o recarsi a Il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, la sua casa in cui tutto mostra le impronte del suo stile nel senso che lui ha voluto dare allo stile. Ogni oggetto da lui scelto e raccolto nel corso della vita rappresenta un modo di espressione e rivelazione spirituale, e ciò che è racchiuso nel Vittoriale “è dunque una forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore”.
di (Fabiana Mazzariello)