Ingres a Milano: la mostra a Palazzo Reale

Ingres

Ingres, pittore rivoluzionario e contraddittorio, in mostra a Palazzo Reale

Dal 12 Marzo il Palazzo Reale di Milano apre le porte al pittore della Borghesia del 1800: Jean Auguste Dominique Ingres.

“Con il magnifico ritratto di Monsieur Bertin, Ingres mostra di essere l’unico uomo in Francia capace di far ritratti” (Charles Baudelaire).

Un attenzione maniacale, oltre quattromila fogli pervenuti sino ai giorni nostri, disegni a matita, acquerelli, la tela come fine ultimo: queste le caratteristiche di Ingres, pittore eccelso del 1800, le cui influenze neoclassiche e tipicamente rinascimentali furono gli strumenti allo scopo di raggiungere quel Bello Ideale promosso da Winckelmann.

L’artista

Influenzato dalla tradizione rinascimentale italiana e, in particolare, fiorentina, ponendo attenzione e restituendo valore al disegno, inteso come matrice primigenia dell’opera pittorica, Ingres arriva a Milano, con un’esposizione di circa 150 opere.
Amante della musica e della pittura di Raffaello, Ingres rappresenta parte integrante di un incrocio di storie che videro protagoniste l’Europa e l’Italia. Il pittore delle odalische, con la sua modernità, mostrò immediatamente un talento straordinario per il disegno. Nato nel 1780 a sud della Francia, nel 1797 è a Parigi, nella cerchia di David, fino ad arrivare a Roma nel 1806, per approfondire gli studi e la sua passione per Raffaello. Affezionato all’Italia deciderà poi di restarvi fino al 1824, per tornare più avanti a dirigere Villa Medici.
Testimone della “paradossale modernità del Neoclassicismo” (Marc Fumaroli) e delle sue tensioni e contraddizioni, in quella dualità solare e tenebrosa, la mostra di Ingres viene strutturata in diverse sezioni, per accompagnare i visitatori in un percorso dotato di senso e continuità e volto a far risaltare ogni sfaccettatura di un pittore tanto grandioso, quanto complesso.

La mostra

Realista e manierista al contempo, Ingres affascina tanto per le sue esagerazioni espressive quanto per il suo gusto del vero.
Nella prima parte dell’esposizione viene evidenziata l’invenzione di un nuovo linguaggio figurativo tra Ancien Régime e Rivoluzione Francese, che vide protagonista la cerchia di David, di cui Ingres fece parte a Parigi: un lessico di cori virili dotati di forza ed energia. Nella seconda parte il ritratto inizia ad acquistare una certa rilevanza. “L’uomo nuovo”, protagonista del tempo, cittadino esemplare e devoto ai suoi compatrioti, ne è il protagonista.
Nelle successive sezioni, l’Italia diviene protagonista, con alcuni famosi ritratti tra cui quelli di Appiani. Una sala è riservata alla figura di Giovanni Battista Sommariva, a partire dal ritratto di Pierre Paul Prud’hon e dalla Tersicore di Canova. Il percorso espositivo giunge così al solenne e magnifico ritratto di Napoleone in costume sacro.
Infine, ritratti maschili, Veneri ed Odalische accompagnano il visitatore al termine della mostra, che costituisce un percorso singolare e sorprendente, atto a raccontare un artista “inclassificabile”, erede di Raffaello e precursore di Picasso, maestro di “forma e di non-forma”, un rivoluzionario.
 
di Sara Pacella

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