Inside Magritte, una reale immersione nell’universo surrealista

Magritte

René Magritte, il surrealista della pipa-non-pipa, viene messo a nudo con una mostra interattiva ed emotiva in grado di far capire l’essenza della sua arte. Mostra promossa dal Comune di Milano, firmata da Crossmedia Group – Hepco insieme a 24 ORE Cultura. Allestita all’interno della suggestiva cattedrale della Fabbrica del Vapore di Milano dal 9 ottobre al 10 febbraio 2019. Curata dalla storica dell’arte Julie Waseige, è la prima mostra monografica digitale e multisensoriale dedicata all’artista. Creata grazie ad una tecnologia all’avanguardia e un nuovo format espositivo, trascinerà lo spettatore in un limbo tra reale e immaginario.

Magritte e la mostra

Lo spettatore sarà accolto da una sezione introduttiva per ripercorrere le tappe della vita artistica di Magritte attraverso 20 monitor all’interno della Sala Visual. Verrà poi catapultato all’interno della Sala degli Specchi, dove figure e immagini danzeranno sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto, avvolgendolo completamente. La Sala Immersiva sarà il vero cuore dell’esposizione, in cui maxischermi proietteranno l’universo pittorico dell’autore. Un’esperienza a 360°, dove 160 immagini accuratamente selezionate trasporteranno per 50 minuti lo spettatore in una (non) realtà.

La tecnologia

Il movimento e la frammentazione delle immagini sono resi possibili grazie al sistema Matrix X-Dimension. Un apparato di proiettori laser in grado di trasmettere 40 milioni di pixel, rendendo le immagini in una definizione impareggiabile. All’interno delle sale si potrà anche vivere un’esperienza tridimensionale grazie agli Oculus VR, creati in esclusiva da Crossmedia Group insieme all’artista 3D Chunhui Luo.

La musica

A fare da cornice in questo scenario irreale, sono stati scelti dei brani musicali di Erik Satie, precursore della musica moderna e amico di Magritte. Si dice che la musica di Satie “lascia l’ascoltatore essere libero di scegliere il proprio cammino”.

Il pensiero

Questa voglia di libertà la riscontriamo in Magritte stesso. L’autore, spogliando le sue opere da ogni carica emozionale, lascia allo spettatore il compito di interpretarle e di coglierne il mistero. Così facendo permette di abbracciare l’opera e di entrare in essa, ed è proprio questo l’intento della mostra. Far entrare lo spettatore all’interno dell’opera che si scompone davanti a lui, con la possibilità di vedere dettagli che in una mostra tradizionale sarebbero impercettibili.
Un nuovo modo di guardare che permette inoltre di conoscere i meccanismi sottostanti alla creazione dell’opera. La distanza di fruizione svanisce, la riproduzione dell’opera acquisisce importanza così come la acquisisce lo spettatore. Un decimo del lavoro artistico di Magritte messo a disposizione per coloro che si lasceranno trasportare e cullare dall’artista, fino ad entrare nella sua mente. Se Magritte scriveva “ceci n’est pas une pipe”, noi scriviamo “ceci n’est pas une exposition”.
 
di Eleonora Valente

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