La penna a biro diventa arte. Il creatore di questa innovativa forma di espressione è il giovane comasco Matteo Galvano che, dopo la realizzazione di alcune mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, sbarca alla Biennale di Venezia. L’artista parteciperà all’esposizione Internazionale d’Arte contemporanea, che si svolgerà a Torino fino al 30 gennaio, esponendo le sue opere al Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi.
Le opere di Galvano sono caratterizzate dall’utilizzo di un unico strumento artistico, la penna a biro appunto.
La penna sottolinea la contemporaneità e attualità delle opere del disegnatore: i suoi disegni raffigurano architetture contemporanee: palazzi, semafori, cartelli stradali, lampioni, etc. Senza la presenza di alcun essere vivente, per rendere come uniche protagoniste le creazioni dell’uomo. Caratterizzante è l’utilizzo estremo del nero e del bianco, unici colori presenti, del tratto vivo che richiama il movimento, tutto inondato di chiaroscuro e giochi di luce. Molti critici d’arte parlano e esaltano l’artista: “La sua tecnica parte dal magico intreccio del nero e del bianco, della vita e della morte, dell’essere e del non essere; il tutto con una precisione che enfatizza la beltà degli elementi raffigurati”. Vale dunque la pena soffermarsi ad ammirare queste opere innovative e comprendere questa nuova ricerca dello spazio ricco di effetti ottici e illuministici. Ed ecco dunque come un semplice oggetto di uso comune si trasforma in una nuova e versatile arte.
Valentina Capoferri