L’affascinante mondo del vetro veneziano
La città di Venezia ha caratteristiche che la rendono unica: forma a pesce, case costruite sull’acqua, mancanza di strade per automobili e la storia di uno splendore centenario. Tra la bellezza delle opere che conserva, la lavorazione del vetro è un’usanza tipica dell’isola di Murano e si tramanda da più di 1000 anni. I manufatti creati attraverso antiche tecniche sono famosi e ricercati in tutto il mondo.
Per celebrare questa vera e propria forma artistica, dal 2017 il Comune ha istituito The Venice Glass Week. La quinta edizione si terrà dal 4 al 12 settembre in più di 100 sedi tra Venezia, Murano e Mestre. Il programma prevede oltre 200 eventi sia dal vivo che online, tra cui mostre, conferenze, laboratori, proiezioni, inaugurazioni, visite guidate e attività ricreative. Vediamo gli step irrinunciabili del viaggio alla scoperta dei colori e delle forme dell’arte vetraria.
Spazio ai giovani con #VivaVetro!
Il festival del 2021 prende il nome di #VivaVetro! e vuole fare un passo verso le nuove generazioni. Il titolo stesso esprime uno slancio di entusiasmo, rispecchiato dai colori dell’immagine grafica. Il messaggio è rivolto a bambini e ragazzi che rappresentano il futuro del vetro. Per farli avvicinare a quest’arte senza tempo, c’è il Kids’ Programme, in collaborazione con la società Artsystem.
Si organizzano incontri a scopo didattico ed educativo, in gruppi dai 6 ai 9 anni o dai 10 ai 13. Degli operatori passeggiano con i più giovani per le calli e i campielli di Venezia e Murano, ogni giorno in un luogo diverso. I bambini vengono così immersi nei laboratori e negli incontri con gli artisti. Possono partecipare anche intere famiglie, grazie ad attività ricreative di gruppo. Per i più grandi il vetro diventa un’affascinante scoperta, mentre per i più piccoli un momento di gioco e divertimento.
The Venice Glass Week HUB
Il centro del festival è il suggestivo Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. La mostra, gratuita al pubblico munito di Green Pass, è divisa in due piani. Nel primo sono riunite le opere di giovani artisti e designer under 35. Il vetro si trasforma in narrazioni con cui i talenti del futuro raccontano pezzi di vita e la loro visione del mondo.
Nel secondo piano invece sono raccolti i lavori di 20 artisti provenienti da ogni Paese. All’ingresso dell’edificio si può ammirare l’operato di Federica Marangoni e Mauro Bonaventura, vincitori della nona edizione del Premio Glass in Venice. L’installazione si intitola “Aria” ed è costituita da un cumulo di vetro nelle tonalità del blu, verde e bianco. Sopra sono poggiati 8 monitor, dove vengono riprodotte immagini inedite di Venezia.
L’Arca di Vetro
Ne Le Stanze del Vetro sull’isola di San Giorgio è stata allestita una mostra del tutto singolare. Si intitola “L’Arca di Vetro”, poiché l’allestimento è costituito da oltre 750 animali: elefanti, ippopotami, volpi, tartarughe, farfalle, giraffe, pesci e molti altri. La collezione è di Pierre Rosenberg ed è curata da Giordana Naccari e Cristina Beltrami.
Rosenberg è il Direttore del Museo del Louvre di Parigi, e per trent’anni ha frequentato Venezia alla ricerca di questi pezzi unici. La sua passione per l’arte vetraria lo ha portato a raccogliere così tanti esemplari da lasciare un contributo significativo. Grazie alla mostra è infatti possibile ricostruire la storia delle sperimentazioni tecniche nelle fornaci di Murano nel corso del Novecento.
Le perle di vetro
Il festival non può non concludersi con lo spettacolo “La donna del fuoco”, in onore di Marietta Barovier. Aprì la sua fornace nel Quattrocento, diventando così il simbolo delle donne imprenditrici. Fu l’inventrice della perla rosetta o Chevron, una murrina utilizzata come moneta di scambio in tutto il mondo per secoli.
La storia che accompagna le perle di vetro è carica di mistero. Basti pensare che le fondamenta di New York, quando veniva chiamata Nuova Amsterdam, vennero comprate nel 1626 dalla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali proprio con lo scambio delle rosette di Marietta. In Africa, dove sorgevano le colonie, molti sciamani le indossano ancora oggi, perché associate a poteri mistici. Dal 2020 le perle veneziane sono considerate Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco.
Il modo perfetto per chiudere l’evento è ricordare un valore così importante, un vero orgoglio italiano!
di Veronica Pepe