Liu Bolin, l’aertistas-camaleonte e le sue performances
Pensata ad hoc per gli spazi fotografici del MUDEC, la mostra di Liu Bolin è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Boxart Gallery, sotto la cura di Beatrice Benedetti. Si tratta della seconda mostra fotografica per il MUDEC PHOTO (la prima è stata Steve McCurry Animals, tenutasi nel Dicembre 2018).
Liu Bolin, noto ai più come il performer cinese di maggior rilievo nel mondo grazie ai suoi scatti che hanno l’intento di trasmettere il rapporto tra la civiltà creata dall’uomo e l’uomo stesso, dal 15 maggio al 15 settembre 2019 consentirà ai visitatori di comprendere al meglio la sua poetica del nascondersi, e cercherà di introdurre chi guarda al concetto dell’identificazione nel Tutto, tipica filosofia orientale risultante attraente anche per il mondo occidentale.
Quando un semplice scatto nasconde dietro di sé innumerevoli sfaccettature
Nell’osservare uno scatto nessuno si chiede quanto e che tipo di lavoro ci sia dietro. Cogliere le sfumature non è facile, soprattutto se l’artista in questione è Liu Bolin, che si esprime attraverso la tecnica del body painting ed esige da se stesso sempre la perfezione. Quest’ultima si traduce in un’accurata selezione di momenti in grado di dare un’anima anche agli oggetti più piccoli o a dei luoghi che non vengono considerati da nessuno. Per ottenere questi risultati c’è un lavoro minuzioso alle spalle, un’interrogazione al proprio ego e alla propria coscienza che soltanto dopo giorni può consolidarsi in uno scatto.
Visible and Invisible: la mostra
All’incirca sono 50 le opere in rassegna, tra le quali fa capolino un inedito della Pietà Rondanini, scattato al Castello Sforzesco di Milano, e la fotografia della Sala di Caravaggio, realizzata alla Galleria Borghese a Roma e mai esposta prima d’ora. Lo sfondo della mostra, dal titolo “Visible and Invisible”, sono i pezzi della collezione permanente del MUDEC. Al fine di comprendere ogni scatto, la cosa migliore è lasciarsi andare ed avere in mente uno schema di contrapposizioni tra potere esercitato e subito, tra passato e presente.
La serie “Hiding in the city” è la dimostrazione della ribellione di Liu Bolin verso le autorità che avevano cercato di mandare in rovina il suo studio per dar spazio a ciò che stava nascendo; e così facendo anche l’intera storia di un popolo è caduta nel profondo. Liu Bolin vuole dar peso anche alla connessione tra Cina e Italia, oltre ad interessarsi al fil rouge che lega le sue passioni con quelle di altri individui. Espressione di ciò sono le serie Hiding in the rest of the world e Hiding in Italy.
Celebri e di grande impatto visivo anche le foto del ciclo Migrants e Shelves. Nel primo troviamo l’anima multietnica e aperta di Liu Bolin, che ha fortemente voluto coinvolgere nel progetto i rifugiati di un centro di accoglienza in Sicilia, performers anch’essi al fine di mettere in mostra la denuncia contro una civiltà molto spesso degradata. Shelves si può invece considerare come lo specchio della società nel 2019: assuefatta dal consumismo e indebolita sotto il punto di vista delle relazioni umane.
“Visible and Invisible” è un viaggio stimolante e appagante, oltre ad essere un ottimo specchio di riflessione su tutto ciò che ci circonda. È inoltre un insegnamento a non soffermarsi sull’apparenza, bensì di indagare, sempre e comunque, prima di esprimere il proprio giudizio.
Info utili:
Sede espositiva e date
MUDEC – Museo delle Culture di Milano – Via Tortona, 56
Dal 15-05-2019 al 15-09-2019
Biglietti
Intero €10 – Ridotto €8
Info e prenotazioni
www.ticket24ore.it | +39 0254917 | mudec.it
di Agnese Pasquinelli