Da Milano a Giorgio Morandi
Milano dedica una grande mostra a Giorgio Morandi per celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Morandi 1890-1964, ideata e curata da Maria Cristina Bandera, per estensione e qualità delle opere è tra le più importanti retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni; la sua opera è però anche apprezzata in prestigiose sedi internazionali: dal Metropolitan Museum di New York (2008) al Pushkin di Mosca (2017), al Guggenheim di Bilbao.
120 opere ripercorrono l’intera carriera dell’artista bolognese, esattamente cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963. Il percorso espositivo documenta l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti – natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure – e delle tecniche – pittura, acquaforte e acquerello.
Il percorso si suddivide in 34 sezioni che documentano il primo contatto con le avanguardie, tra Cézannismo, Cubismo e Futurismo (1913-1918, sezioni 1-3), il personale accostamento alla metafisica (1918-1919, sezione 4), il ritorno al reale e alla tradizione (1919-1920, sezioni 5-6), le sperimentazioni degli anni ’20 (1921-1929, sezioni 7-10), l’incisione e la conquista della pittura tonale (1928-1929, sezione 11), la maturazione di un linguaggio tra senso costruttivo e tonale, e la variazione dei temi negli anni ’30 (1932-1939, sezione 12), negli anni ’40 (1940-1949, sezione 13- 20) e negli anni ’50, in direzione di una progressiva semplificazione (1950-1959, sezioni 21-28), l’acquerello (1956-1963, sezione 29), infine, la tensione tra astrazione e realtà negli anni conclusivi (1960-1963, sezioni 30-34), in cui è toccata l’essenza della realtà.