I Musei del Cibo di Parma: quando il cibo diventa arte
Parma, nominata quest’anno capitale della cultura 2020, offre ai visitatori grandi capolavori dell’arte pittorica, come la cupola di S. Paolo affrescata dal Correggio, i capolavori del Parmigianino o del Bernabei; questa città però racchiude in sé un altro “tipo” di cultura, fondamentale per il nostro Paese, di cui siamo orgogliosissimi, e che ci rende famosi nel mondo intero: la cultura enogastronomica.
Le meraviglie culinarie del parmense
Fin dal 2000 la Provincia di Parma, attraverso l’assessorato Agricoltura e Attività Produttive e l’assessorato al Turismo, varava il progetto dei Musei del Cibo di Parma per la valorizzazione in varie località del territorio provinciale delle produzioni tipiche.
I 7 vizi culinari: un viaggio alla scoperta dell’eccellenza parmense
Il circuito dei Musei del Cibo è molto vasto e si articola in ben sette sedi, ciascuna dedicata a un prodotto particolare dell’eccellenza parmense: Parmigiano Reggiano, il Culatello di Zibello, il Salame di Felino, il vino della zona, la pasta, il pomodoro e il leggendario prosciutto di Parma.
Ciascun Museo cerca di introdurre il visitatore nello sconfinato universo del prodotto alimentare: le sue origini, la storia del territorio in cui viene prodotto, le materie prime di eccelsa qualità, i tipi di lavorazione, i macchinari d’epoca con cui veniva realizzato, le tecnologie di oggi, l’imballaggio, la distribuzione, la promozione pubblicitaria e tanto altro.
I Musei del Cibo, oltre che essere all’avanguardia per quanto concerne la loro intima raison d’etre, si dimostrano al passo con i tempi (compresi quelli di odierna quarantena) per quanto riguarda le iniziative digitali, la foto e video gallery, e anche la parte didattica dedicata alle scuole, con laboratori (anche da remoto) per i più piccini.
I Musei del Cibo, situati in magnifiche location come l’ex Foro Boario di Langhirano, la Rocca di Sala Baganza e la Corte di Giarola a Collecchio, offrono un percorso conoscitivo sensoriale a tutto tondo, coronato dal gran finale degli assaggi, compimento “obbligatorio” di questo gustoso viaggio tra le meraviglie culinarie del parmense.
di Alessandra Baio