Picasso e il suo mondo antico in mostra a Palazzo Reale
Ad aprire la stagione autunnale di Palazzo Reale, il 18 ottobre è stata inaugurata la mostra Picasso-Metamorfosi, un’occasione per ripercorrere alcune tappe dell’attività del prolifico pittore spagnolo, indagando il suo rapporto con il mito e l’antichità. Sono oltre 200, infatti, i capolavori provenienti dai più eminenti musei d’Europa (come il Musée du Louvre, i Musei Vaticani e il Museo Picasso di Barcellona) che saranno in esposizione fino al 17 febbraio 2019, per un inedito approfondimento sul grande artista.
Attraverso Metamorfosi, curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei civici di Avignone, e con il patrocinio del Comune di Milano e MondoMostreSkira, si potrà avere l’occasione di fruire da un lato dei lavori di Picasso, dall’altro di una serie di opere antiche da cui sorse la sua ispirazione. Due mostre in una, quindi, che, soprattutto grazie all’allestimento molto semplice e lineare, mettono a diretto confronto due mondi, facendo emergere le fonti di ispirazioni visive e archetipiche di Picasso.
Picasso, il mito e il rapporto con l’antico
A differenza di altre esibizioni, questo progetto non si propone come antologico ma, concentrandosi esclusivamente sul tema del rapporto con l’antico, propone al visitatore sei sezioni tematiche. Dalla mitologia del bacio all’iconografia del Minotauro, passando per l’idea di metamorfosi, la mostra permette di penetrare tutto l’immaginario mitologico del maestro e di ammirare opere come Il bacio (1969), L’abbraccio (1970), Nudo disteso (1932), Testa di uomo barbuto (1938) e Donna seduta (1920). Il mito, infatti, fu sempre per lui una dimensione importantissima, da cui seppe trarre simboli e modelli per la propria arte, ma anche per una maggior comprensione dell’intimo vissuto di ogni uomo.
La scelta fatta dai curatori di proporre un ritorno all’antico, pur in un’arte così moderna e determinante per il XX secolo come quella di Picasso, assume ancora più spessore e coerenza se riflessa nei tempi in cui viviamo e nella direzione presa dalla società odierna. La città di Milano inoltre, conserva uno speciale rapporto con l’artista di Malaga; fu infatti la prima ad esporre Guernica in Italia nel 1953 e sancì la fortuna critica del maestro nel nostro Paese. L’augurio è dunque quello che una mostra del genere mantenga tale rapporto, rinnovandolo.
di Gaia Lamperti