La Other Size Gallery di Milano ospita fino al 20 novembre dodici immagini realizzate dalla fotografa di moda Maddalena Arcelloni, che durante il lockdown del COVID-19 ha ritratto il corpo di uno sconosciuto trasformandolo in un luogo intimo
Cosa rimane della fotografia di moda quando, dopo un periodo di chiusura forzata come quello che abbiamo affrontato, si è dovuto rinunciare alla moda stessa? La risposta di Maddalena Arcelloni è Incredibly Close, il progetto fotografico, a cura di Giusi Affronti, presentato alla Other Size Gallery di Milano. Questo quesito, che ha fatto capolino nella testa di tanti professionisti della fotografia, ha fatto sì che venissero studiate a lungo mosse e strategie per poter far emergere qualcosa di nuovo, più creativo, senza rinunciare a questo lavoro ma soprattutto ad una grande passione.
È stato infatti il caso della fotografa di moda milanese, che si divide tra Milano e New York e che si trova bloccata proprio negli Stati Uniti quando scattano le misure di confinamento per l’emergenza Covid-19. Più precisamente si trova nel Maine, a condividere, per puro caso e forzatamente, il suo appartamento con uno sconosciuto. Sarà proprio l’obiettivo della sua macchina fotografica lo strumento che la aiuterà a conoscerlo, sondandone i frammenti di pelle, le imperfezioni, le pieghe e le cicatrici, facendolo risultare un qualcosa di estremamente intimo e vicino, come se quell’uomo facesse parte della sua vita da sempre.
Tra i ritratti i segni del tempo e della pura fragilità di un corpo
Attraverso il suo medium, Maddalena Arcelloni arriva alle fondamenta del corpo, all’essenza, quello che solitamente viene nascosto ma che definisce chi siamo. Vediamo la bocca, la lingua, il naso, la palpebra, l’ombelico e le articolazioni: alcuni particolari, inoltre, sono immortalati secondo una prospettiva iperrealistica. Ma pur affondando letteralmente lo sguardo nel corpo, gli scatti di Maddalena Arcelloni fanno emergere qualcosa di più profondo, un qualcosa di spirituale. Questo corpo maschile, imperfetto ma per nulla idealizzato, diventa l’unico luogo di scoperta possibile in un momento storico che vieta le novità di luoghi inesplorati.
Il corpo, una mappa da esplorare, in grado di accompagnarci fino alla destinazione desiderata, come quella di un nudo maschile tutt’altro che idealizzato
In un momento in cui l’industria della moda è stata fermata dall’emergenza pandemica in una condizione di lockdown e distanziamento sociale che impedisce ai fotografi di poter continuare a lavorare all’interno di set a contatto con modelli/e, Maddalena Arcelloni ha saputo lavorare e creare un qualcosa di diverso e originale solamente con ciò che aveva a disposizione, una persona, un corpo, cogliendo le radici più intime della relazione con l’Altro, andando ad esplorare i linguaggi, le forme e i sentimenti possibili in maniera scientifica e sensuale.
Lo stile dell’artista milanese, da sempre impegnata ad indagare le infinite sfaccettature delle relazioni umane, spicca proprio per l’individualità della propria ricerca e di una personale visione della moda stessa, esprimendo nel contempo un’estetica contemporanea tra scienza e sensualità. “La pelle nuda è l’unica cosa per cui valga la pena vivere” afferma lo scrittore americano Paul Auster; essa infatti la si può descrivere come un libro, capace di svelare gli esseri umani più delle parole, più dei loro stessi racconti.
di Elena Strappa