Chi lo ha detto che a sfilare possano essere solo gli abiti? Per Giorgio Armani infatti, dopo la settimana della moda, c’è quella dedicata al Salone del Mobile, in cui ha portato in “passerella” la sua nuova collezione Armani Casa.
Dalla moda al design, Re Giorgio si muove con disinvoltura, presentando una collezione di arredi e accessori che si esprimono attraverso insoliti materiali eco-friendly come la fibra di banano, recuperata direttamente dal taglio del raccolto o il frassino giapponese. Parola d’ordine: la natura, che va rispettata e sfruttata in modo consapevole.
Linee pure e forme semplici che conferiscono ai componenti d’arredo profili eleganti ed essenziali, capaci però di raccontare storie di mondi lontani ricchi di tradizione. Come i tappeti nepalesi o come Gabriel, l’armadio realizzato in tamo e dotato di illuminazione interna, la cui forma ricorda quella dei vecchi bauli. Romantica e raffinata la dormeuse rivestita dai tessuti Armani Casa Exclusive Textile by Rubelli, e iper femminile la coiffeuse Glam dalle finiture in metallo oro sfumato, proposta in tre diverse versioni.
Lo stesso tocco delicato si posa sulla serie di tavoli, come quello rotondo, Giove, il cui piano è reso prezioso dall’onice messicano e caldo dalle sfumature arancioni. Sapore vintage per il tavolo Great in rovere, mentre per Gilbert ecco la fibra di banano e la noce canaletto per la cornice. Gusci di cocco termo trattato capaci di creare giochi di luce e ombra per i tavolini impilabili Galassia, proposti anche rivestiti di conchiglie. Il tocco esotico lascia posto alla sapienza delle vetrerie di Murano per i vasi di vetro fiammato, simbolo della collezione con il vortice di colori riproposto nella presentazione.
Ad arricchire la collezione ci sono i Gift: “objets retrouvès” insoliti e curiosi, come la lente d’ingrandimento da appendere al collo o un accessorio per strizzare la bustina da te. Una collezione presentata con un approccio quasi museale che si lascia scoprire illuminata da coni di luce forte e diretta ovviamente all’interno dell’Armani Teatro di Via Bergognone.
(di Margherita Esposito)